Archiviazione perché i fatti non sussistono per i tre poliziotti, appartenenti alla scorta di Matteo Salvini, indagati perché cercarono di impedire al giornalista di ‘Repubblica’, Valerio Lo Muzio di riprendere il figlio dell’allora ministro dell’Interno su una moto d’acqua della polizia a c. Il fatto risale al 30 luglio 2019.
La Procura aveva chiesto l’archiviazione per peculato d’uso della moto d’acqua e per violenza privata sul giornalista, in questo caso per tenuità del fatto, mentre il Gip di Ravenna Corrado Schiaretti ha optato per una formula piena.
Da parte dei poliziotti ci fu “una pressante, anche irrequieta e magari perfino irritante richiesta di ‘collaborazione’ (in realtà di comprensione per la loro scomoda posizione)”. Ma la loro condotta non fu violenta e di conseguenza non integra un reato.
“Ciò che hanno effettivamente fatto gli indagati, e che ha sospeso l’attività del videomaker, è stato legittimo – si legge nell’ordinanza di archiviazione – ovvero controllare i documenti di Lo Muzio che tuttavia, subito dopo, ha potuto continuare a effettuare le sue riprese”. Per il Gip infatti “dalla competizione” è “uscito vincente il giornalista”. A giudicare dai risultati, infatti “Lo Muzio ha operato in modo eccellente, perché se voleva documentare che il figlio del Ministro dell’Interno era salito su una moto d’acqua della Polizia di Stato e aveva ottenuto da un poliziotto una esposizione sul suo funzionamento, effettuando anche qualche minuto di navigazione, ha raggiunto egregiamente il proprio obiettivo professionale. E le immagini acquisite ne sono evidente testimonianza”.
(fonte ANSA)