Riprendono gli incontri con l’autore in presenza, in diretta e dal vivo, a Bottega Bertaccini. Con le dovute cautele e prescrizioni. Una piccola rassegna di quattro incontri per il mese di maggio. E altri seguiranno in giugno
Il primo appuntamento si terrà sabato 8 maggio, alle ore 17.30. “Avremo nostro ospite Pietro Lenzini che presenterà il suo libro “De Sacris Signis” (Carta Bianca Editore).
Dialogherà con lui don Ugo Facchini, autore dell’introduzione del libro e docente di Teologia”.
“Terremo i nostri appuntamenti all’aperto, sotto l’androne del palazzo che ci ospita, con le seguenti modalità: posti a sedere limitati e distanziati (max 30 persone) con prenotazione obbligatoria al numero 0546 681712”.
“Si è appena conclusa nei nostri locali la mostra omonima di Pietro Lenzini in cui l’artista faentino ha presentato una antologia della propria produzione dedicata all’arte sacra.
Tutto dedicato alla decorazione e al culto della Chiesa, il volume è diviso in quattro capitoli che comprendono la pittura, l’arredo, le suppellettili liturgiche e la grafica. Nella pubblicazione sono raccolte le opere più significative, progettate per specifiche ricorrenze e festività, conservate in edifici di culto e non solo, sia nella città di Faenza sia nelle diocesi di Bologna e Modena.
È stato scritto che “Pietro Lenzini è uno degli ultimi eredi della scuola faentina novecentesca” e questo libro lo testimonia nuovamente, con un’ampia scelta dalla sua produzione sacra”.
Incisore, pittore, scenografo, scultore e profondo conoscitore del nostro patrimonio artistico, Pietro Lenzini è nato a Bondeno nel 1947, vive e opera a Faenza. Frequenta l’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna, per poi iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1969 terminati gli studi, collabora con Luciano De Vita e con Luciano Minguzzi per le scenografie del Teatro Comunale di Bologna.
Si dedica alla pratica incisoria, realizzando acqueforti pubblicate in cartelle (ricordiamo in particolare i sei fogli incisi nel 1972 per i “Canti Orfici” di Dino Campana e quelli del 1975 che illustrano scene dell’Apocalisse di San Giovanni).
Nel 1979 diviene Docente di Scenotecnica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, incarico che svolgerà fino alla pensione. All’attività didattica affianca anche la partecipazione a numerose e importanti mostre, sia in Italia sia all’estero.
A partire dagli anni ’80, la dimensione scenografica si trasforma sempre più in elemento interno al dipinto fino a divenirne struttura portante. Lenzini esplora in modi del tutto originali le stagioni della cultura e dell’arte, con una sensibilità ricca di chiaroscuri e di senso del sacro.