IL PRO – Il progetto di recupero dell’ex AMGA (Azienda Municipalizzata Gas e Acqua) di via Venezia, approvato martedì scorso dal Consiglio comunale, ha di buono che solleva finalmente una piccola area pregiata del centro storico dal degrado indecente, circa ventennale, in cui è stata precipitata dalla scelta politica di farvi una pesante lottizzazione edilizia, poi ripetutamente fallita. Bisogna anche dargli atto di far carico alla proprietà privata dell’area (comunale per quasi un secolo e mezzo, poi venduta insensatamente) di restaurare il tratto delle mura storiche che la separa dalla Circonvallazione dei Goti, di preservare ad uso pubblico sociale aggregativo il fabbricato con ciminiera, testimonianza archeologica industriale dell’ Officina del Gas risalente al 1863, e di voler tracciare un percorso ciclopedonale di connessione tra le mura di Porta Serrata e la Rocca Brancaleone.
IL CONTRO – Fa a pugni tuttavia con la valorizzazione storico-culturale e ricreativa dell’area, oltre ad una troppo sacrificata porzione di verde pubblico un volume preponderante ed occlusivo di nuove edificazioni, per un totale di 4.140 metri quadrati. Di questi, 1.400 servono per un palazzo residenziale e 1.800, tra superficie di vendita (1.400) e magazzino (400), per un nuovo supermercato alimentare, incredibile a vedersi dentro il centro storico di Ravenna, nella quale tutti i supermercati, fin dal primo Coop di via Faentina, sono stati realizzati al di fuori, essendo oggi più che troppi. Questa scelta attrae volumi di traffico insopportabili nel quadrante circolatorio a senso unico, già molto sovraffollato, composto da via di Roma, con la discesa sregolata e caotica da via Sant’Alberto (discesa da cui viene addirittura aperto un ingresso carrabile verso le aree private della nuova lottizzazione), da via Venezia, da via Rocca Brancaleone e dalla Circonvallazione dei Goti. Soprattutto si trascura che, all’interno di questo budello, la strettissima via Venezia funziona da anni, e Lista per Ravenna lo contestò accesamente a quei tempi, come una parte di circonvallazione sostitutiva di quella dei Goti per il traffico diretto dall’ovest della città verso l’est urbano e del mare, tramite il cavalcavia ferroviario. In quanto poi alla mobilità ciclopedonale, non è dato sapere come essa possa connettersi tra le mura di Porta Serrata e quelle interne all’area stessa ex Amga, se non sorvolando le due configgenti correnti di traffico motorizzato discendenti dalla via Sant’Alberto a sinistra e da via Mura di Porta Serrata a destra.
Avendo solitariamente espresso queste considerazioni nel corso della seduta consiliare, qui solamente riassunte, ma non avendo voluto concorrere all’approvazione del progetto neppure attraverso un voto di astensione, ho deciso di non prendere parte alla votazione finale. Questa decisione è stata fantasiosamente beccata dalla presidenza del Consiglio, nonché nel comunicato stampa del Comune, come voto “non pervenuto”, in realtà neppure partito, e con qualche non taciuta ragione.