L’assessore all’urbanistica e all’ambiente Luca Ortolani ha reso pubblico sul proprio sito internet una lunga riflessione riguardante l’urbanizzazione della Ghilana, al centro sabato scorso della protesta delle associazioni ambientaliste impegnate ormai a impedire che il progetto di costruzione di villette possa definitivamente concretizzarsi.
“In un dibattito pubblico che sembra estremizzarsi ogni giorno di più, sento il bisogno di provare a fare un po’ di chiarezza su vecchie e nuove urbanizzazioni nel territorio del nostro Comune. Parto dal presupposto, soprattutto politico, che nell’immaginare lo sviluppo di Faenza il consumo di suolo non rappresenta il futuro. Con questa consapevolezza, che orienta le politiche urbanistiche dell’Amministrazione e sarà la base per la costruzione del nuovo Piano Urbano Generale (PUG) nei prossimi mesi, dobbiamo comunque fare i conti con scampoli di passato e scelte ormai effettuate, che dobbiamo gestire al meglio e proiettare in una prospettiva di sostenibilità.” scrive Ortolani
L’assessore poi ricostruisce le tappe che hanno portato ai giorni nostri e alla discussione intorno al progetto di urbanizzazione della Ghilana:
“Le proposte di nuove urbanizzazioni che l’Amministrazione si trova oggi ad analizzare sono figlie del Piano Strutturale Comunale (PSC), adottato dal Comune di Faenza nel marzo del 2009. Le Amministrazioni Faentine precedenti, guidate da Giovanni Malpezzi dal 2010 al 2020, scelsero di non “attuare” quel piano di espansione, non attivando le previsioni di urbanizzazione attraverso lo strumento dei Piani Operativi Comunali (POC), come invece fatto abbondantemente da tante amministrazioni, anche vicino a noi. Fu quella una scelta prima di tutto politica, coerente con il mandato ricevuto dagli elettori. L’arrivo della Legge Regionale 24 del 2017, che ha introdotto il principio di tutela del consumo di suolo nei futuri PUG, in attesa di quegli strumenti, aprì alla possibilità di attivare un bando pubblico di Manifestazioni d’Interesse, perché i privati interessati dalle previsioni di espansione dei vecchi PSC, anche in assenza di un POC attivo, potessero attivare le proprie aree agricole per realizzare le previsioni di opere pubbliche strategiche, che sarebbero decadute insieme ai vecchi strumenti di programmazione. Sottolineo quello che è un passaggio fondamentale: la finalità dell’interesse pubblico di concorrere alla realizzazione delle opere strategiche contenute nelle previsioni del vecchio PSC.
Fortemente voluto da una parte della maggioranza di allora, che oggi si trova all’opposizione, non senza un acceso dibattito interno, anche l’Amministrazione di Faenza decise di autorizzare con questo bando le richieste di nuove urbanizzazioni. All’epoca consigliere di Articolo Uno, insieme al gruppo del Partito Democratico, chiedemmo prima di tutto che il nuovo bando passasse attraverso un dibattito pubblico aperto alla cittadinanza, con una discussione trasparente nella Commissione Consigliare prima e in Consiglio Comunale poi, non solamente attraverso una Delibera di Giunta come altri Comuni scelsero di fare. Su nostra proposta furono inseriti nel bando criteri più stringenti per tutelare la finalità dell’interesse pubblico e si anticiparono alcuni dei principi del futuro PUG per il contenimento dell’espansione territoriale, così da proiettare nell’attualità le previsioni di un piano urbanistico di oltre dieci anni prima.
Molte delle proposte pervenute all’Amministrazione furono scartate ad una prima analisi tecnica degli uffici sulla base di queste norme e il Consiglio Comunale del 20/02/2020 ne valutò insoddisfacenti per le finalità di interesse pubblico altre. Nel caso della proposta sull’”area della Ghilana“, anche per accogliere il giudizio delle associazioni ambientaliste, che ritenevano insufficiente l’interesse pubblico nelle opere del primo schema di accordo operativo proposto, inserimmo un emendamento che chiedeva un “contributo straordinario di urbanizzazione”, oltre alle opere pubbliche già previste e il contributo di edilizia residenziale sociale, da destinare alle infrastrutture per la realizzazione di un “parco fluviale” sul vicino fiume Lamone, una delle opere strategiche contenute nelle previsioni del PSC per quell’area. La documentazione di quella seduta del Consiglio Comunale, così come il testo finale dello schema degil accordi operativi come approvato ed emendato, sono da allora pubblicamente reperibili sul sito dell’Unione della Romagna Faentina.”
Si arriva così agli ultimi passaggi in consiglio comunale, momento che secondo l’assessore rappresenta una sorta di spartiacque col passato:
“Il Consiglio Comunale di febbraio 2020, con l’approvazione delle quattro manifestazioni d’interesse di cui si discute oggi, ha anche esaurito di fatto ogni possibilità residua di espansione attraverso il PSC del 2009. Si è chiusa una stagione passata, che aveva immaginato un’espansione del territorio faentino che tra aree residenziali e produttive avrebbe consumato quasi 6 milioni di metri quadrati di suolo attualmente agricolo. Le quattro proposte di Accordi Operativi approvate dal Consiglio Comunale del 2020, anche se arrivassero tutte a concludere positivamente il loro iter amministrativo, non arriveranno ad occupare 60 mila metri quadrati (meno dell’1% della previsione del PSC): credo si possa affermare che il pericolo di una espansione indiscriminata della città sia definitivamente scampato”.
Era la fine della seconda legislatura Malpezzi. Le elezioni del 2020 hanno portato alla nascita dell’amministrazione di Massimo Isola. Luca Ortolani, dopo essere stato consigliere comunale, è stato scelto come assessore proprio in campo urbanistico:
“Oggi la nuova Amministrazione di Faenza e il mio Assessorato proseguono i lavori su quelle proposte di urbanizzazione, portando avanti con coerenza quel percorso delineato dalle deliberazioni dello scorso Consiglio Comunale, lavorando per attualizzare le proposte progettuali alle necessità future della città, tenendo sempre ben presente l’obiettivo di massimizzare il beneficio per la collettività e l’interesse pubblico. Lo facciamo in un percorso di totale trasparenza dell’azione della Pubblica Amministrazione. Dispiace, nel dibattito degli ultimi giorni, avere ascoltato di voci di “accordi segreti” e di procedimenti opachi, sono insinuazioni gravi e invito tutti i cittadini che abbiano questi sospetti o evidenze a renderne conto a me o all’Amministrazione, perché possiamo procedere nelle sedi opportune.
Come Amministrazione sentiamo la necessità dei nostri cittadini di chiudere una stagione urbanistica che vedeva lo sviluppo sinonimo di espansione territoriale. Stanno per partire il lavori per la redazione del nuovo Piano Urbano Generale, che guarderà al futuro della città nell’ottica dell’azzeramento del consumo di suolo e per una rigenerazione urbana e sociale del tessuto esistente. Il nuovo PUG comincerà nei prossimi mesi con un percorso partecipativo che coinvolgerà associazioni e cittadini di tutto il territorio dell’Unione della Romagna Faentina, perché il disegno sostenibile della città futura sia allineato alle esigenze e ai desideri dei suoi abitanti.”