Subito aiuti per le aziende agricole colpite dai drammatici effetti dell’ondata di gelo che nelle scorse settimane ha distrutto in poche ore un intero anno di lavoro con perdite su semine e raccolti.
Le gelate tardive di questo aprile hanno provocato danni addirittura più pesanti di quelli già devastanti del marzo 2020 quando nel Ravennate interi raccolti di albicocche, pesche e nettarine vennero azzerati. In questa primavera il gelo, oltre a colpire duro albicocchi e peschi, come già avvenuto l’anno precedente, ha provocato danni irreversibili anche a kiwi, vigneti, orticole e seminativi.
Lo stato d’emergenza dell’agricoltura emiliano-romagnola è stato sottolineato da Coldiretti in occasione della audizione alla Commissione Bilancio del Senato sul Documento di economia e finanza (DEF).
“È di fondamentale importanza che – sottolinea la Coldiretti – il DEF abbia previsto un Disegno di Legge collegato alla prossima manovra di bilancio in materia di “sostegno e valorizzazione dell’agricoltura” con il quale avremo la possibilità di dare un futuro e una nuova prospettiva alle imprese agricole nel nuovo scenario post-Covid.
La Coldiretti apprezza la scelta del Governo di proporre un nuovo scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro per sostenere le attività economiche e auspica che una parte di queste risorse vadano a rafforzare le misure per il settore agricolo, con particolare riferimento agli interventi per il taglio del costo del lavoro, per il sostegno delle filiere in crisi e, appunto, per la copertura dei danni da gelate che nei giorni passati hanno duramente colpito le imprese.
L’ondata di gelo anomalo nelle campagne è una vera calamità che ha colpito diverse produzioni, dalla frutta agli ortaggi, dalle piante ornamentali alle coltivazioni più precoci di mais fino alla vite e l’ulivo con migliaia di imprese agricole che hanno visto perdere in una giornata il lavoro di un intero anno. Una situazione alla quale si aggiungono gli effetti recessivi dell’emergenza Covid con 1,1 milioni di tonnellate i cibi e i vini invenduti dall’inizio della pandemia per il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi che travolge a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy.
La drastica riduzione dell’attività – sostiene la Coldiretti – pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello vitivinicolo la ristorazione – conclude la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato, ma ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi fino ai formaggi”.