Venerdì 9 aprile, alle 14,30, è previsto un incontro, in modalità remoto, tra i sindacati e i vertici aziendali di Versalis. L’appuntamento, richiesto dai sindacati di categoria, ha lo scopo principale di conoscere i programmi di sviluppo e di investimento previsti per l’intero comparto chimico di Versalis.
“L’incontro si colloca in un momento di oggettiva preoccupazione per il futuro della chimica italiana – spiega Alessio Vacchi, segretario della Filctem Cgil Ravenna – anche per l’annunciata decisione di Eni di chiudere entro il 2022 le attività del cracking di Porto Marghera che è un pilastro negli assetti della petrolchimica italiana. Da esso provengono, infatti, in larga misura le materie prime che alimentano i siti produttivi Versalis del cosiddetto ‘quadrilatero padano’: Ferrara, Mantova e Ravenna insieme allo stabilimento della multinazionale LyondellBasell di Ferrara. Già questa sommaria descrizione riesce a dare una misura del peso degli effetti che la chiusura del cracking potrebbe avere su un sistema di filiera così esteso ed interconnesso, rilevante sul territorio anche a livello occupazionale. Per i siti Versalis occorre considerare anche gli aspetti legati alla tenuta economica complessiva dell’azienda, nell’idea che un sistema produttivo integrato è tanto più resiliente quanto le parti si sostengono vicendevolmente con efficacia”.
La Versalis, azienda facente parte del gruppo Eni, è fondamentale per la tenuta della chimica italiana, per non parlare di tutte le filiere manifatturiere legate alle produzioni di materie plastiche e gomme: “Ogni territorio ha la sua storia e le sue peculiarità – sottolinea Alessio Vacchi -: quello di Ravenna rischia, al pari dei siti di Ferrara e Mantova, di subire forti contraccolpi se la decisione riguardante Porto Marghera prenderà forma, anche per le perduranti incertezze che riguardano il futuro delle attività di Eni nel settore dell’estrazione e dell’energia. Come ormai noto, alcuni progetti di Eni nel settore dell’energia prevederebbero l’utilizzo delle facilities dello stabilimento. Infine, da diversi anni il sito di Ravenna attende la realizzazione di investimenti per il miglioramento degli assetti produttivi degli impianti esistenti. Pur prendendo atto delle rassicurazioni fornite dall’azienda in merito all’approvvigionamento delle materie prime e all’ipotesi di future attività “green” a Marghera in sostituzione dell’attuale, restano forti perplessità per una decisione improvvisa e inaspettata, in netta controtendenza rispetto alle posizioni aziendali espresse non più tardi di un anno fa. Inoltre la continuazione dell’attività del cracking di Porto Marghera potrebbe accompagnare, e di fatto sostenere, tutte le iniziative ipotizzate ed auspicabili nell’ambito delle strategie Eni nella transizione verso la piena sostenibilità delle proprie attività. Si tratta senza dubbio di un quadro generale piuttosto complesso e l’incontro del 9 aprile può rappresentare il primo passo verso una disamina condivisa e costruttiva delle tematiche in campo”.