Era il 2 aprile 2013 quando l’infermiera ravennate Simona Adela Andro venne uccisa per mano dell’ex compagno. Nel giorno dell’ottavo anniversario del femminicidio, durante una cerimonia strettamente riservata e nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, è stato posto un leggio informativo accanto alla scultura dedicata alle vittime di violenza di genere di Piazzetta Serra a Ravenna.
L’opera in mosaico, inaugurata nel 2009 in occasione della Staffetta Nazionale di Donne contro la violenza sulle Donne promossa dall’Associazione Unione Donne in Italia (UDI), in collaborazione con il Centro Antiviolenza Linea Rosa di Ravenna e gruppi femminili e femministi della città, rende omaggio a tutte le vittime del nostro territorio. Nel linguaggio dei fiori, il giglio bianco è simbolo di purezza, innocenza e candore, ma anche fierezza e orgoglio. Ogni giglio bianco rappresenta una vita spezzata; l’ultimo ad essere installato è stato quello in memoria di Giulia Ballestri, realizzato con i proventi della vendita del libro di Carla Baroncelli ‘Ombre di un processo per femminicidio. Dalla parte di Giulia’ (lacobelli Editore).
“Questo monumento è un luogo di memoria e di lotta; qui ritroviamo la memoria delle donne vittime di femminicidio del nostro territorio e di tutti i luoghi del mondo. Qui si afferma la lotta che intraprendiamo quotidianamente per sradicare le ragioni profonde che portano alla discriminazione e alle violenze di genere. Il Comune di Ravenna tramite un atto di giunta ha reso questo monumento un bene comune, confermando l’impegno istituzionale di curarlo e proteggerlo. La nostra città può affermare grazie ai suoi atti concreti e politici di essere una città che lotta per i diritti delle donne, riconoscendoli come diritti umani inalienabili e questo principio diventa ancora più vero e concreto quando questo cammino per la piena cittadinanza viene fatto in alleanza con i Centri Antiviolenza, le associazioni femminili e femministe di Ravenna”, esordisce l’assessora alle politiche e culture di genere Ouidad Bakkali.
Oggi è stata aggiunta una nota scritta affinché il messaggio arrivi chiaro anche a chi non conosce la scultura, come spiega la presidente di Linea Rosa Alessandra Bagnara: “Aver apposto il leggio esplicativo è per noi di fondamentale importanza perché chiunque passi possa capirne il significato e dedicare un pensiero alle sette vittime di femminicidio nostre concittadine. In Italia ogni 72 ore muore una Donna, il nostro vuole essere un modo per ricordare tutte. Ringrazio personalmente, e a nome delle associazioni coinvolte, la ditta Venturi Umberto che ha realizzato il leggio per poi donarlo alla città”.
“Abbiamo voluto questa scultura perché nessuna vittima di femminicidio sia dimenticata, tanto più oggi che forze potenti e globali sono all’attacco contro la libertà e l’autodeterminazione delle Donne, in Turchia e in alcuni paesi europei, ma anche in Italia. Sono state Donne forti: proprio la loro voglia di libertà e di autodeterminazione gli uomini che le hanno uccise hanno voluto annientare”, aggiunge Lorenza Bartolotti dell’UDI Ravenna.
Anche La Casa delle Donne di Ravenna sostiene da sempre il progetto di Piazzetta Serra, e oggi era presente in prima fila alla commemorazione: La Casa è un luogo di sensibilizzazione ai temi dello stereotipo di genere e di contrasto alla violenza – spiega Maya Romagnoli, Coordinatrice e legale rappresentante Casa delle Donne di Ravenna – che viene perpetrata ogni giorno sulle Donne. Il nostro scopo è il superamento di tutte le forme di violenza e di discriminazione sulle Donne, soprattutto in questo momento in cui hanno perso il lavoro per dedicarsi a quello che ci spetta ‘per natura’: curare i figli in DAD, i nostri anziani, la famiglia. Siamo tornati indietro di molti anni”.
Infine un pensiero alla memoria di Simona Adela Andro: “Nonostante gli 8 anni trascorsi dalla sua scomparsa, continua ad essere molto vivo per tutte e tutti noi. Negli anni sono state tante le iniziative che abbiamo portato avanti per sostenere la lotta contro la violenza e la nostra posizione non cambia. La professione infermieristica in Italia è rappresentata per il 76,5% da Donne, il contrasto alla discriminazione di genere è per noi fondamentale come lo è anche la collaborazione con le associazioni che lavorano quotidianamente a questa battaglia”, ricorda Alex Zannoni, presidente infermieri dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Ravenna.