La storia di Karl Binder un insegnamento per i nostri giorni: cerimonia oggi al cimitero

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Faenza ricorda Karl Binder e tutti i bambini viennesi che trovarono rifugio in città dopo la Prima Guerra Mondiale. Una storia riscoperta in questi mesi, d’insegnamento per la realtà odierna: una comunità si prende cura dei bambini di una nazione contro la quale, fino a pochi giorni prima, era in corso la più sanguinosa guerra. Furono 25 i bambini che arrivarono a Faenza. Ripartirono in 24. Karl Binder, già malato, morì in città e fu sepolto nel cimitero manfredo.

 

La cerimonia di questa mattina, trasmessa in diretta Facebook sulla pagina del Comune di Faenza, rientra nell’ambito delle iniziative organizzate dall’amministrazione per il progetto ‘conCittadini 2020/21’ promosso dall‘assemblea legislativa dell‘Emilia-Romagna al quale hanno partecipato alcune scolaresche della città.

“La Grande Guerra -ha ricordato il presidente del consiglio comunale Niccolò Bosi- aveva lasciato aperte molte ferite. Il sentimento di odio verso i nemici era ancora forte. L’allora vicesindaco di Vienna lanciò un appello che l’Italia, e anche Faenza, raccolse: fu un gesto di grande umanità e un insegnamento che aprì una finestra di fratellanza, oltre le frontiere e le differenze. Oggi la pandemia evidenzia grandi differenze sociali e corriamo il rischio di alimentare l’egoismo, dimenticandoci di chi vive situazioni drammatiche, di povertà, di privazioni e di mancanza di libertà. È per questo che abbiamo voluto ricordare la storia di Karl Binder, perché pensiamo abbia ancora molto da insegnare”.

Per le istituzioni alla manifestazione di questa mattina hanno partecipato il sindaco Massimo Isola, l’assessora Martina Laghi, il presidente del consiglio comunale Niccolò Bosi e Manuela Rontini in rappresentanza dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.