I danni e le tensioni derivati dall’emergenza sanitaria ed economica rischiano di ripercuotersi per molto tempo sul mercato della locazione. Ai disagi si sommano gli effetti della morosità e del prolungato blocco delle esecuzioni degli sfratti per morosità, il cui accumulo provoca problemi drammatici destinati a protrarsi nel tempo.
Molti piccoli proprietari non solo non percepiscono da mesi, a causa del blocco degli sfratti, i canoni di locazione, ma non appena terminerà questo blocco (30.06.21) dovranno aspettare mesi e mesi prima di procedere coattivamente al recupero del proprio immobile a causa dell’intasamento degli organi giudiziari. E fa male la frase di un ministro di questo governo che sentenziava come sopportabile, per i proprietari, il blocco degli sfratti quando spesso, per molti piccoli proprietari, il canone è un aspetto importante, se non essenziale, del proprio reddito.
Con la Delibera n. 2031/2020 la Regione stanzia fondi per chi è in difficoltà a pagare l’affitto. Si tratta di risorse statali previste dall’art. 11 della Legge 431/98 con una finalità precisa:
– sostenere gli inquilini in difficoltà nel settore abitativo privato nel pagamento del canone di locazione.
– Si noti che nel passato il canone, o parte di esso, veniva riconosciuto direttamente al locatore.
La delibera fa compiere un passo indietro ad una prassi ben funzionante e condivisa che dovrebbe semmai diventare la norma e non l’eccezione. La delibera prevede che destinatari dei contributi possano essere anche da assegnatari di alloggi ERP (Edilizia Residenziale Pubblica). Asppi ricorda che:
– Il Fondo Sociale per l’affitto è stato pensato per i contratti di locazione privati.
– Già per il solo settore privato le risorse sono del tutto insufficienti se si guarda all’esplodere della morosità aggravata in modo drammatico dall’emergenza Covid.
– Gli assegnatari di alloggi ERP godono già oggi di canoni sociali sensibilmente e spesso incomparabilmente più ridotti dei canoni di mercato.
– Essendo l’ERP costituita da alloggi di proprietà dei Comuni nulla impedisce di provvedere alle situazioni di conclamata difficoltà con interventi diretti degli stessi comuni o degli enti gestori.
Se questa impostazione non venisse corretta assisteremmo al paradosso che vedrebbe risorse Pubbliche, destinate ai privati, affluire dopo un breve percorso in altre casse pubbliche, giacché non vi è dubbio che i beneficiari di tale operazione sarebbero i comuni proprietari e i loro enti gestori.