La grande enfasi per l’avvio dei lavori di attuazione del progetto Conad, non può fare scomparire un dato reale ineludibile: l’Arena Borghesi ristrutturata sarà più piccola.
L’ampliamento del supermercato occuperà infatti un quinto della sua superficie.
L’Arena Borghesi viene “rinnovata” in funzione dell’espansione del supermercato.
Un intervento che prevede di abbattere alcuni imponenti tigli, spostare alberi, come fossero pezzi di ricambio, e metterne in fila altri a ridosso del nuovo edificio, di certo non “tutela il verde” dell’arena, come invece si sostiene nel progetto.
La copertura di rampicanti ed alcuni alberi in linea possono solo mascherare il muro, ma non sostituire l’ampio spazio alberato che forma l’architettura del paesaggio dell’Arena Borghesi e la sua unità con il viale Stradone.
È una continuità paesaggistica ben evidente, formata da un ampio complesso arboreo,che però sarà sostituito dall’ampliamento del supermercato.
Una trasformazione che, alterando il paesaggio storico dell’Arena Borghesi e il rapporto con il viale ottocentesco, risulta incompatibile con una “tutela del verde”.
In tema di rigenerazione urbana, è nota l’importanza degli spazi verdi di prossimità; per la qualità abitativa, per la salute, per il benessere.
Anche le aree piccole possono essere valorizzate come luoghi di un sistema connettivo del verde e dello spazio pubblico.
Risulta quindi ancora più stridente la sostituzione di uno spazio verde con una nuova costruzione, in un luogo storico contiguo ad un viale monumentale.
E un altro fatto, anch’esso evidente, è l’incoerenza urbanistica dell’espansione di un fabbricato estraneo al contesto storico e paesaggistico.
Si aggrava l’errore urbanistico della costruzione, nel 1981, di un supermercato incastrato in un’area residenziale e sensibile.
Infatti il Piano Regolatore del 1996 lo ha incluso tra gli edifici “incongrui, fuori contesto, che con le loro dimensioni hanno stravolto il rapporto dimensionale con il tessuto storico circostante”.
Si incrementa l’impatto di un edificio di dimensioni già incompatibili con l’abitabilità di una densa zona residenziale.
In proposito, appare del tutto ininfluente un ridisegno del parcheggio che non può riuscire nel miracolo di allargare uno spazio limitato.
La funzione culturale, che peraltro appartiene all’Arena Borghesi fin dal 1895, continuerà.Ma la “cultura del luogo”, che è un fatto di relazione coerente col paesaggio storico del Viale Stradone e delle Mura, viene alterata pesantemente.
L’alternativa era un progetto che partisse dal riconoscimento dell’Arena Borghesi come bene culturale; un iter ben diverso che avrebbe permesso di accedere a fondi nazionali e conservare l’integrità del luogo.
Come dimostrano i vari casi di luoghi e beni salvati grazie alla procedura di Istituzione di Bene Culturale.