Sono state 420 milioni le ore di cassa integrazione in Emilia-Romagna nel 2020. Una cifra superiore al periodo 2014-2019 e anche al triennio della grande crisi 2009-2011. E’ quanto evidenzia la Cgil regionale secondo cui, l’anno scorso, segnato dall’emergenza Covid, si sono persi sul territorio 40.000 posti di lavoro.
Nel dettaglio sono state 295 milioni le ore di Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga cui si aggiungono 123 milioni di ore di assegni dei Fondi di Solidarietà, per un totale di circa 420 milioni di ore autorizzate. Le 295 milioni di ore di cassa integrazione del 2020 sono superiori alla somma dei sei anni precedenti (2014-2019), quando furono 252,8 milioni, nonché superiori alla somma dei primi tre anni della grande crisi (2009-2011), quando invece furono 263,3 milioni.
Le ore autorizzate sono 216.876.424 per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria (8.980.082 nel 2019); 11.776.894 per quella straordinaria (10.378.827 nel 2019) e 66.054.819 per quella in deroga (88.567 nel 2019); 118.815.159 per il Fondo di solidarietà e 4.258.677 ore per altri Fondi.
Il ricorso alla cassa integrazione è stato di 174.414.770 ore per gli operai operai e di 120.293.367 ore per gli impiegati impiegati.
A livello territoriale, sempre in riferimento ai dati della cassa integrazione la provincia di Bologna fa registrare un incremento, sul 2019, di 75.046.383 ore; Ferrara di 13.373.060 ore; Forlì-Cesena di 21.495.570 ore; Modena di 57.633.681 ore; Parma di 21.957.502 ore; Piacenza di 14.140.718 ore; Ravenna di 18.516.398 ore; Reggio Emilia di 34.555.196 ore e Rimini di 18.542.153 ore.
“Sono dati impressionanti. – commenta la Cgil Emilia-Romagna -. Il bilancio del 2020 è quello di un anno drammatico. Se non si è trasformato in una vera e propria catastrofe sociale generalizzata è solamente perché le Organizzazioni Sindacali hanno richiesto con forza ed ottenuto dal Governo la copertura della cassa integrazione, il blocco dei licenziamenti, le indennità per gli esclusi. Nonostante questo, tantissimi sono i lavoratori rimasti esclusi da ogni sostegno, a partire dai più precari. Parliamo di mezzo milione di persone in Italia, oltre 40 mila in Emilia-Romagna, che hanno perso il lavoro” (ANSA).