Il Circolo Velico Ravennate ancora una volta dimostra la sua capacità di costruire e trasmettere passione e lo fa con i soci che in questo momento stanno, in diversi ruoli, partecipando agli eventi legati all’America’s Cup. Dopo le World Series del dicembre scorso, in questi giorni è iniziata la Prada Cup, regata di selezione dello sfidante che contenderà ad Emirates Team New Zealand il trofeo più antico nella storia dello sport.
Proprio nella struttura di COR 36 che organizza la Prada Cup due delle caselle più importanti sono occupate da componenti il Consiglio Direttivo del sodalizio di Molo Dalmazia: sono Matteo Plazzi e Antonio Vettese.
Matteo Plazzi, già vincitore dell’America’s Cup con BMW Oracle Racing e protagonista di diverse campagne sotto le insegne di Luna Rossa, è stato scelto come direttore tecnico. Antonio Vettese è Press Officer, responsabile della comunicazione. Il suo è uno dei volti più noti del giornalismo nautico italiano, è stato a lungo direttore di Vela e Motore.
Sono invece inquadrati all’interno di Luna Rossa Prada Pirelli Team altri tre tesserati del Circolo Velico Ravennate: Andrea Bazzini, Jacopo Plazzi e Umberto Molineris.
Andrea Bazzini, componente del design team, si occupa della valutazione delle performance della barca ed è uno dei responsabili dello sviluppo dei software di bordo che, in un’America’s Cup sempre più avveniristica, gioca un ruolo molto importante sull’esito del duello sportivo.
Jacopo Plazzi e Umberto Molineris fanno parte del sailing team dello sfidante italiano. Il primo ha ricoperto il delicato incarico di osservatore, raccogliendo informazioni circa le performance dei team avversari: una sorta di spia “regolamentata”, visto che i limiti di questo genere di attività sono definiti dal regolamento dell’America’s Cup stessa. Umberto Molineris, grazie al fisico potente è nelle lista equipaggio come grinder e nel corso dei primi match contro INEOS Team UK e American Magic si è fatto valere.
“Per il Circolo Velico Ravennate essere presente in America’s Cup è una tradizione che si rinnova: da quando team italiani hanno lanciato le loro sfide, non sono mai mancati atleti o tecnici riconducibili al nostro club – spiega Matteo Plazzi – E’ un fatto del quale andare orgogliosi, che racconta di un ambiente permeato da una forte tradizione agonistica, nell’ambito della quale la formazione avviene in modo naturale. Chi impara trova il vantaggio delle esperienze altrui, chi è esperto e mette il proprio sapere a disposizione degli altri“.