“Abbiamo appreso dalla stampa locale dei giorni scorsi che un sindacato, l’ UGL, nella persona del suo segretario Michieletti, adducendo il fatto che “Il settore è troppo in crisi” avanza la richiesta formale al Sindaco di Ravenna di pronunciarsi contro la chiusura e lo smantellamento della piattaforma Angela Angelina, al largo di Lido di Dante”.
“Al di là del discorso generale – che pure va tenuto ben presente – sulla necessità della fuoriuscita dal fossile e dal modello estrattivista, percorso nel quale tutto il nostro Paese è semmai in forte ritardo, giacché di tale tema si discute da tanti anni e ben poco sono state prese in considerazione le riflessioni e le proposte che studiosi, ricercatori e mondo ambientalista vanno avanzando ogni giorno, sullo specifico argomento di Angela Angelina siamo curiosi di sapere che cosa risponderà il nostro Sindaco” a sottolinearlo è il coordinamento ravennate della campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”, che chiede una velocizzazione dello smantellamento delle piattaforme.
Infatti, ricordiamo che egli stesso e la sua Giunta, si erano pronunciati per la chiusura di tale struttura.
Ricordiamo che mentre tutte le autorizzazioni per i decommissioning sono in ritardo e tale attività non partirà prima del 2024, il processo autorizzativo per realizzare la discarica di CO2 di fronte a ravenna sta correndo e bruciando le tappe. Perché non si pretende l’inversione degli investimenti e attività andando prima a chiudere gli impianti di cui già si è avuto promessa e, poi, andando a fare altri progetti?
Nell’attesa di sapere se De Pascale intende rispettare gli intendimenti a suo tempo esternati, rivolgiamo anche noi una domanda: come mai il processo di superamento di Angela Angelina è ancora fermo ?
Come mai i lavori non inizieranno prima del 2023-2024 come affermato da Cameliani arrivando quindi quasi alla scadenza della concessione? Non siamo già in ritardo ?
Nostra convinzione è che si debba avviare con la massima decisione quel progetto di transizione, che doveva già essere in fase avanzata e che invece è sostanzialmente al palo. A partire da un forte impegno nell’intervento sugli immobili e nel sostegno alle industrie affinchè vengano riqualificati in senso del massimo efficientamento energetico (che deve tradursi in una costante minor richiesta di energia fossile del nostro territorio) e dal rapido passaggio dai propositi generici alla piena fase progettuale del parco eolico di cui si parla, crediamo che la riconversione ecologica non solo sia indispensabile per la qualità ambientale, ma offra anche opportunità economiche e occupazionali almeno pari a quelle rappresentate dal mantenimento dell’ esistente.
E su questo ci piacerebbe sentire che qualcosa si sta muovendo anche nel mondo sindacale.
Chiedere che si investa in un “settore troppo in crisi” come pretende l’ UGL, non solo è sbagliato dal punto di vista della salute, della qualità della vita e del futuro delle prossime generazioni, ma è anche miope dal punto di vista occupazionale ed economico”.