“Accogliamo positivamente la decisione della Regione che, prima in Italia, ha ridato il via libera all’attività venatoria della caccia al cinghiale con braccata e girata”.

Commenta così Coldiretti il provvedimento di viale Aldo Moro che permette la ripresa della caccia giustificata da comprovati motivi di lavoro all’interno del territorio regionale. Ciò consente ai cacciatori di selezione a e quelli individuati nelle squadre dagli ATC di ricominciare la caccia ai selvatici, in particolar modo agli ungulati, che, complice anche lo stop dovuto alle misure anti covid, stanno causando numerosissimi danni alle colture degli imprenditori agricoli, ma si rivelano anche un grave pericolo per l’incolumità dei cittadini.

Non più tardi di due settimane, dopo l’incidente costato la vita ad un 63enne in provincia di Piacenza, Coldiretti Ravenna aveva ribadito la necessità di porre un freno alla presenza incontrollata dei cinghiali, la cui presenza, recentemente, era stata peraltro segnalata anche in pianura e in particolare nel territorio della Bassa Romagna, nei campi adiacenti la trafficatissima San Vitale.

L’incontrollata proliferazione degli animali selvatici, con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente i due milioni, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città, rappresenta inoltre un pericolo per la salute, anche per i rischi provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. Un pericolo denunciato recentemente dalla stessa virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio effetto domino se oltre al coronavirus la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati.