L’Ausl Romagna ha risposto con una lettera firmata dal direttore Tiziano Carradori alle domande sollevate da Lista per Ravenna riguardanti le scorte già esaurite di vaccini antinfluenzali da parte dei medici di medicina generale e l’impossibilità delle farmacie di soddisfare il numero di richieste dei propri clienti:
“La Regione Emilia-Romagna quest’anno ha anticipato la campagna vaccinale contro l’influenza rispetto alla maggior parte delle altre regioni iniziando già dal 12 ottobre u.s.
In particolare l’AUSL della Romagna ha ricevuto tutta la fornitura dei vaccini disponibili nella gara regionale entro il 16 ottobre u.s. mentre altre Aziende sanitarie della RER stanno ancora attendendo il saldo delle consegne di questa prima fornitura.
Sono stati consegnati ai MMG e dichiarati eseguiti (entro la prima settimana di novembre) il 17% in più di dosi rispetto all’anno scorso, dato fra i primi come quantità e tempo a livello nazionale.
Dalla prossima settimana sarà possibile anche l’acquisto attraverso le farmacie convenzionate di una quota di dosi concordate in sede regionale che verranno distribuite agli utenti al prezzo di 11,50 euro su prescrizione medica, per le categorie non aventi diritto al vaccino gratuito.
Certamente quest’anno la richiesta è più elevata ma la copertura vaccinale della popolazione è già superiore agli anni scorsi per l’incremento delle dosi consegnate:
- – vaccino tetravalente 151.700 dosi rispetto alle 129.000 dosi del 2019 pari al + 17,60%
– vaccino adiuvato 113.000 dosi rispetto alle 93.000 dosi del 2019 pari al + 21,51%.
Sono in arrivo altre forniture almeno pari al totale delle ulteriori richieste rilevate dai MMG.
La Regione ha programmato nuovi acquisti anche attraverso il mercato estero per importazioni di vaccino analogo a quello in commercio in Italia già dalla seconda metà di novembre p.v.
Quest’anno la campagna vaccinale è estesa fino a gennaio 2021 proprio per consentire una maggiore vaccinazione ma in un tempo più prolungato.
Infine, insieme alla RER la situazione viene costantemente monitorata anche dal punto di vista delle priorità, non solo nei confronti degli utenti più fragili, ma anche nei confronti delle categorie di lavoratori a maggior rischio da proteggere ancor più assiduamente col crescere della pandemia come tutto il personale sanitario fondamentale per poter assicurare assistenza negli ospedali e nelle strutture socio sanitarie territoriali.
Si ritiene, pertanto, che non si tratti di disorganizzazione ma al contrario di organizzare delle priorità, commisurate alla disponibilità del vaccino nel mercato, sempre a favore della salute dei cittadini”.
Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, ha così commentato le risposte di Carradori:
“Il 6 novembre scorso, presentando al sindaco un’interrogazione sul “Vaccino finito e introvabile”, ho in sostanza riferito le continue segnalazioni ricevute da Lista per Ravenna sul fatto che, arrivati a novembre, la vaccinazione antinfluenzale era diventata un miraggio. I medici di base avevano finito le scorte di vaccino, disponibile nuovamente non prima di fine mese. Nelle farmacie non era mai arrivato, neppure a pagamento. Avevo chiesto dunque al sindaco: “Com’è stata possibile tanta disorganizzazione? Per quali cause, giustificabili o no? Come si intende porvi rimedio e con quale tempistica affidabile?”.
Il sindaco mi ha girato la risposta del direttore generale dell’AUSL Romagna Carradori, firmata lunedì 16 novembre, che contiene, al netto di commenti e raffronti, le seguenti testuali informazioni:
“La Regione Emilia-Romagna quest’anno ha anticipato la campagna vaccinale contro l’influenza iniziando già dal 12 ottobre. In particolare l’AUSL della Romagna ha ricevuto tutta la fornitura dei vaccini disponibili nella gara regionale entro il 16 ottobre. Sono stati consegnati ai medici di medicina generale e dichiarati eseguiti (entro la prima settimana di novembre) il 17% in più di dosi rispetto all’anno scorso. Dalla prossima settimana sarà possibile anche l’acquisto attraverso le farmacie convenzionate di una quota di dosi concordate in sede regionale che verranno distribuite agli utenti al prezzo di 11,50 euro su prescrizione medica, per le categorie non aventi diritto al vaccino gratuito. La copertura vaccinale della popolazione è già superiore agli anni scorsi per l’incremento delle dosi consegnate: vaccino tetravalente 151.700 dosi rispetto alle 129.000 dosi del 2019 pari al +17,60%; vaccino adiuvato 113.000 dosi rispetto alle 93.000 dosi del 2019 pari al +21,51%. Sono in arrivo altre forniture almeno pari al totale delle ulteriori richieste rilevate dai medici di medicina generale. La Regione ha programmato nuovi acquisti anche attraverso il mercato estero per importazioni di vaccino analogo a quello in commercio in Italia già dalla seconda metà di novembre. Quest’anno la campagna vaccinale è estesa fino a gennaio 2021”.
Giova riportare qui il commento finale di Carradori, “si ritiene, pertanto, che non si tratti di disorganizzazione ma al contrario di organizzare delle priorità, commisurate alla disponibilità del vaccino nel mercato”, per precisare quanto segue.
Ci sono stati sicuramente problemi di informazione pubblica e organizzativi. La campagna pubblicitaria della Regione è stata avviata già il 6 settembre sotto gli slogan: “è tempo di influenza. È l’ora del vaccino. Vaccinati, proteggi te stesso e gli altri”. Il video era titolato: “Quest’anno il vaccino arriva prima”.
Questo messaggio, col collegamento tra la vaccinazione e la difesa dal covid, ha ingenerato la corsa dei cittadini a vaccinarsi il più presto possibile. Conoscendo la grande scarsità delle quantità necessarie per l’intera campagna vaccinale, sarebbe stato appunto opportuno “organizzare le priorità” tra la molto aumentata massa di aventi diritto alla vaccinazione gratuita, segnalando innanzitutto ai medici di base le difficoltà di ulteriore approvvigionamento del vaccino, ma anche l’opportunità di dare la precedenza ai loro assistiti, riguardo alla prima scorta fornita, secondo criteri oggettivi di partenza (per esempio prima gli ultraottantenni, poi gli ultrasettantenni, infine gli ultrasessantenni), integrati con la valutazione del medico sulla maggiore o minore gravità delle loro eventuali malattie croniche. Indubbia la priorità per le donne in gravidanza, medici, operatori e volontari dei settori sanitari e socio-sanitari, insegnanti, forze dell’ordine, addetti al trasporto pubblico, donatori di sangue, personale degli allevamenti e dei macelli”.