Il regolamento di polizia urbana partorito ieri si è avvalso di due determinanti ausili ostetrici: essere stato tecnicamente concepito e costantemente assistito, durante il lungo travaglio, dal comando della polizia municipale; aver recepito una serie di correttivi non solo della maggioranza, ma anche e soprattutto dell’opposizione, che l’hanno parzialmente preservato da inquinamenti politici. Lista per Ravenna vi ha concorso con alcuni emendamenti strategici, gli ultimi tre approvati all’unanimità in corso di seduta. Il nostro giudizio di astensione non significa certo che il regolamento sia tutto oro, come lo si vuol vendere. Se brilla delle suddette insolite luci, se ne prenda se mai esempio per il futuro.
In effetti, il neonato regolamento porta almeno quattro palle al piede, avendo la maggioranza stroncato, pur col voto favorevole di tutta l’opposizione, gli altrettanti emendamenti proposti ieri la Lista per Ravenna a tutela di valori fondamentali della pubblica amministrazione.
- Viola di conseguenza l’art. 41 della Costituzione sulla libertà dell’impresa economica, limitabile solo con legge, la norma che non affida ai titolari di bar, ristoranti e negozi stabilire se e come i cani accompagnati ai loro clienti possano accedere al loro esercizio. Altrettanto può dirsi per la norma che impone agli esercenti di consentire l’uso delle toilette anche agli estranei. In entrambi i casi, due altri emendamenti di Lista per Ravenna accolti sono riusciti a limitare il danno: l’obbligo per i cani di indossare sempre la mascherina è sparito infatti dal testo, restando il rinvio ad altri “regolamenti comunali” di cui è almeno dubbia la valenza in presenza di questo nuovo regolamento che disciplina organicamente la materia; mentre l’obbligo di far usare le toilette a chiunque è stato di fatto “smontato” lasciando decidere ai titolari degli esercizi quando ciò sia incompatibile con il decoro della loro attività o le nuoccia.
- E ancora. Il divieto di consumare bevande alcoliche in spazi pubblici fissato per la zona stazione/giardini Speyer avrebbe dovuto riguardare anche l’altra zona, riconosciuta anch’essa problematica per l’ordine pubblico dal regolamento stesso, di una parte di via Gulli e dintorni ben circoscritta.
- Molto scorretto è infine che su questo stesso divieto in zona stazione la Giunta comunale abbia voluto riservarsi di disattivarlo permanentemente, di fatto annullandolo, in casi particolari sottoposti esclusivamente al suo giudizio di parte politica.
Bastano queste quattro dimostrazioni per dire che il lupo perde il pelo, ma non il vizio? Crederlo è un peccato, ma forse ci si prende.