Qualche volta vince l’opposizione, anche su maggioranze corazzate, purché si batta con cognizione, organizzando bene le proprie batterie. Non si può commentare diversamente l’atto di resa che la giunta De Pascale sottoporrà il 20 ottobre prossimo all’approvazione del consiglio comunale, con cui in pratica prenderà il via la costruzione della nuova caserma dei Carabinieri a Marina di Ravenna, su un terreno di proprietà comunale posto all’incrocio tra la statale 67 di via Trieste e via Marmarica, nella periferia ovest del paese. In sostanza, l’edificio, a cui sarà annesso un parcheggio pubblico, sarà costruito da Ravenna Holding, cassaforte anche immobiliare del Comune, per una spesa indicativa di 1,2 milioni, Verrà poi affittato all’Arma per recuperarne nel tempo il costo. Non era questa la soluzione programmata da De Pascale al problema cronico di dare a Marina di Ravenna una degna stazione dei Carabinieri, essendo quella di via Tito Speri, palesemente superata e inadeguata, sotto sfratto esecutivo già dal 2009.

LA SCELTA INFELICE DEL CENTRO CIVICO
Il 19 agosto 2017 de Pascale, neo sindaco da un anno, aveva infatti annunciato testualmente il “trasferimento della caserma dei carabinieri di Marina di Ravenna all’interno del Centro civico di piazza Marinai d’Italia”. Tanto vero che il progetto figurava nel piano degli investimenti del Comune per il 2018, già finanziato con 900 mila euro, dunque solo da appaltare entro il 2017 stesso. Proclamata all’origine dall’ex sindaco Matteucci, Lista per Ravenna aveva ingaggiato, a fine aprile 2016, un duro e insistito scontro solitario contro questa decisione. Diventando essa cosa fatta, giudicata “irreversibile” dalla stampa locale, entro il 2018, fu dunque necessario attivare la coalizione tra la nostra Lista, Lega Nord e Forza Italia che aveva trascinato De Pascale al ballottaggio, andando vicinissima a batterlo. Tutti i sette consiglieri comunali dei tre gruppi sottoscrissero così, su mia proposta, un esposto, trasmesso l’11 ottobre 2017, insieme ad un dossier documentale di 21 pagine, all’allora ministro dell’Interno Salvini, che chiedeva di riesaminare a fondo questo scelta. Di qui il blocco del progetto, che ha prodotto il cambio di marcia di De Pascale a favore di una delle due nostre ipotesi alternative contenute nell’esposto.

È stato così scongiurato l’abbattimento della metà del pur nuovo centro civico per metterci dentro una caserma. Definimmo sciagurata questa scelta così: “L’immobile, contrariamente all’indirizzo logico di insediare nuove caserme della forza pubblica in spazi tangenziali ai centri abitati, di facile accesso e di scorrevole collegamento con l’esterno, si trova nella zona dell’ex piazza storica di Marina di Ravenna, in pieno centro cittadino, a ridosso di abitazioni, esercizi pubblici e commerciali, incastrato in un fabbricato condominiale con prevalenza di altre attività pubbliche e sociali, raggiungibile tramite una tortuosa e ristretta viabilità di accesso ed uscita. La Caserma, insediamento di per se stesso sensibile ad obiettivi di aggressione o terrorismo, rappresenterebbe, se così mal collocata, un rischio di coinvolgimento per l’intero circondario edilizio in cui verrebbe incuneata”. Peccato che si siano persi oltre dieci anni. Ma tutte queste disgrazie vengono ora evitate con la nuova collocazione, che, pur connessa strettamente al centro abitato, è situata sulla strada statale che connette Marina di Ravenna con ogni altra direzione, ben distinta da altri insediamenti urbani. Non ci aspettiamo ringraziamenti o riconoscimenti, bastandoci aver fatto il nostro dovere di opposizione seria, quando necessario dura, ma costruttiva. Confidiamo che i fatti non siano misconosciuti.

MEZZO CENTRO CIVICO DESTINATO ORA A SPETTACOLI ED ARTI
Conseguenza immediata della suddetta retromarcia è che dal 1° ottobre scorso la Giunta comunale ha dato in concessione per tre anni all’Associazione Circolo degli Attori e delle Arti di Ravenna sette locali e la sala auditorium del Centro civico, perché tutto sia “prioritariamente destinato ad attività teatrali, cinematografiche e di scrittura a favore della comunità locale”. Peccato che ciò significhi non farvi più la Casa della Salute che i cittadini invocano da anni e su cui è in corso la raccolta firme di una loro petizione, sostenuta da Lista per Ravenna. Ma questa è un’altra storia.