“Lo abbiamo detto sin dal 2016: l’erogazione dei contributi per le attività culturali é una palude dove la trasparenza non è certo di casa” ad affermarlo è Veronica Verlicchi, capogruppo di La Pigna in consiglio comunale.
“Inizialmente abbiamo sollevato la questione dei contributi alle associazioni culturali i cui rappresentanti sono i compagni di vita delle Assessore. Successivamente abbiamo puntato il dito sull’assenza della documentazione relativa ai costi sostenuti che si basava su una misera relazione sommaria e su un foglio Excel, sul quale venivano indicati arbitrariamente i bilanci preventivo e consuntivo dell’iniziativa. Null’altro.
Solo dopo che la lista civica La Pigna ha scoperchiato il vaso di Pandora dei contributi comunali alla cultura, si è giunti alla richiesta da parte del Comune di presentare le fatture, le ricevute e i documenti fiscali dei costi, senza però chiedere le relative quietanze di pagamento e senza procedere al controllo dell’attinenza dei costi rispetto al progetto di attività culturale approvato”.
Verlicchi racconta lo scenario trovato: “Ci siamo imbattuti in scontrini fiscali relativi a colazioni dei rappresentanti delle associazioni, al cambio di gomme di auto private, ai costi dei ristoranti senza indicare chi fossero gli ospiti. Men che meno vengono indicati nelle ricevute gli ospiti dell’associazione che realizza l’evento.
Vi sono poi soggetti a partecipazione comunale che probabilmente non presentano alcuna rendicontazione, dato che pur richieste più volte non ci sono mai state consegnate. Poi ci sono i progetti “copia e incolla” della Fondazione RavennAntica per i quali l’Assessore Signorino da una parte eroga i contributi assieme a de Pascale come membro di Giunta Comunale e dall’altra insieme sempre a de Pascale come consiglieri della Fondazione stessa, li gestiscono.
Ora il nostro sospetto sul fatto che non sia effettuato alcun controllo da parte dell’assessorato alla cultura sulle rendicontazioni presentate dai diversi soggetti che ricevono i contributi comunali e men che meno la verifica della prova del pagamento dei costi sostenuti per l’attività (bonifico bancario, estratto conto)”
Verlicchi torna quindi a criticare aspramente l’assessore Elsa Signorino, come più volte avvenuto in passato: “L’assessorato alla cultura e il suo Assessore Elsa Signorino si confermano come i principali attori di una gestione pressapochista e di certo non più tollerabile. Gestiscono ogni anno milioni di euro che erogano in contributi a soggetti privati e a partecipazione comunale, come le Fondazioni a cominciare dalla Ravennantica, con un ritorno per Ravenna davvero misero a parte qualche rara eccezione. Una gestione improntata sulla clientela anziché sul sostegno di iniziative culturali di eccellenza.
La programmazione di Dante 2021 ne é ulteriore prova”.
Le richieste presentate da La Pigna: “Al fine di evitare possibili truffe e danni economici, erariali e d’immagine al Comune di Ravenna, abbiamo chiesto al dirigente Maurizio Tarantino che tutti i giustificativi di spesa siano accompagnati dalle rispettive quietanze di pagamento e che su ogni giustificativo di spesa (che deve essere presentata in copia conforme all’originale) sia apposto sull’originale un timbro recante il nome del progetto, il valore economico imputato (totale o parziale) e il Comune di Ravenna come ente erogante del contributo.
In questo modo si evita che lo stesso documento di spesa possa essere utilizzato per rendicontare un progetto presso un’altra pubblica amministrazione”.
Poi una nuova accusa, questa volta diretta ad Emilia-Romagna Concerti: “Ci é giunta notizia qualche settimana fa che una nota ed importante associazione di categoria abbia inviato, nella seconda decade di giugno 2019, una lettera all’Assessore Signorino, nella quale si fa presente che un soggetto beneficiario di contributi per l’attività culturale, non abbia pagato le prestazioni fornite da aziende turistiche associate e questo nonostante gli espliciti solleciti, sollevando sconcerto e interrogativi.
Nel merito, l’associazione di categoria informa l’Assessore di rimanere a sua disposizione per fornire delucidazioni e documentazione in merito.
Abbiamo, così, deciso di fare un accesso agli atti per ottenere una copia di tale lettera.
Lettera che porta la data del 20 giugno 2019, e che cita chiaramente il soggetto come “colpevole” del mancato pagamento delle forniture ad aziende turistiche, ovvero la Cooperativa Emilia-Romagna Concerti.
Del mancato pagamento di alcuni dei costi rendicontati al Comune di Ravenna, abbiamo avuto riscontro con tanto di prova da alcuni fornitori. Costi in taluni casi sostenuti 3-4 anni fa e non ancora saldati.
Per costringere l’Assessore Signorino ma anche e sopratutto il Sindaco de Pascale a porre rimedio a questi comportamenti inaccettabili, da chiunque provengano, invitiamo tutti i creditori dei soggetti convenzionati a cui hanno fornito prestazioni ad oggi non saldate, a intraprendere il recupero forzoso del credito scaduto e a pignorare il credito che il proprio debitore vanta nei confronti del Comune di Ravenna.
A questa grave situazione si aggiunge il commento sconcertante del Dirigente Maurizio Tarantino, che nella mail che accompagna la lettera di Confesercenti da noi richiesta, afferma che per scelta convenzionale l’assessorato non richiede ai soggetti beneficiari del contributo comunale “le quietanze delle fatture riflettenti il puntuale ed integrale pagamento di prestazioni rese da soggetti terzi di cui il soggetto convenzionato eventualmente si avvalga per lo svolgimento dell’attività culturale”.
Il compito di un dirigente si limita alla consegna al consigliere comunale richiedente, della documentazione. La legge non prevede commenti circa il valore e il contenuto di tali documenti.
Un atteggiamento inusuale quello di Tarantino che testimonia l’intenzione di dare una giustificazione preventiva, forse consci di essere stati colti in castagna.
Aggravando la situazione Tarantino prosegue: “In ogni caso si evidenzia che, rispetto ai rapporti contrattuali civilistici intercorrenti tra il soggetto convenzionato e il “terzo” fornitore, l’amministrazione comunale non può che configurarsi quale ente del tutto estraneo e, in ragione di tanto, esente da profili di responsabilità scaturenti da eventuali asseriti inadempimenti contrattuali (siano essi imputabili al soggetto convenzionato o al “terzo”).”
Quindi se un fornitore non viene pagato, la responsabilità secondo Tarantino é solo ed esclusivamente sua, reo di essersi fidato del cliente che riceve cospicui contributi comunali e, nel caso della cooperativa Emilia-Romagna Converti, anche contributi regionali e del ministero dei beni culturali.
Tarantino dimentica che i contributi sono concessi sulla base di un budget di previsione dell’evento, dell’iniziativa o del progetto culturale che include ovviamente ricavi e costi, approvato dal Comune di Ravenna.
La rendicontazione deve essere coerente con i costi preventivati e la documentazione degli stessi non testimonia che siano stati saldati. Anche perché l’entità del contributo concesso é calcolato sulla base dei costi indicati nel budget presentato.
Una fattura non saldata non deve essere presentata al Comune e il Comune ha il dovere di richiedere preventivamente la prova del pagamento. Qui si tratta dell’utilizzo dei soldi dei ravennati non di quelli privati dell’Assessore Signorino e del Dirigente Tarantino
Tarantino e la Signorino dimostrano ancora una volta la loro volontà di spendere i soldi dei ravennati senza verificare alcunché. Chi se ne frega, mica sono i loro.
Alla Confesercenti, poi, l’Assessore Signorino non ha dato alcuna risposta. E questo é gravissimo per un pubblico amministratore: un gesto di grandissima irresponsabilità. L’Assessore deve rispondere nel merito, dato che si parla di soldi dei ravennati e di aziende ravennati non pagate!
Peccato, però, che la convenzione di durata quinquennale tra la cooperativa Emilia-Romagna Concerti e il Comune di Ravenna (con validità quinquennale e scadente il 31 dicembre 2022 firmata dallo stesso Tarantino) prevede all’articolo 7 – Vigilanza e Controllo: “il Comune può procedere a verifiche amministrativo contabili anche a campione al fine di accertare la regolarità degli atti dell’attività sovvenzionata a tal fine anche accedendo la documentazione conservata presso il soggetto beneficiario e condizionando ove opportuno l’erogazione dell’intero contributo o parte di esso all’esito della verifica”.
Va da se che una verifica alla cooperativa Emilia-Romagna Concerti, disposta dall’Assessore Signorino dopo aver ricevuto la lettera della Confesercenti, fosse d’obbligo. Perché l’Assessore, anche in base all’art 7 della convenzione, ha fatto finta di nulla? Chiedete al Sindaco de Pascale se anche in questo caso ritiene corretto il comportamento dell’Assessore Signorino!
Stiamo parlando di un contributo annuale a detta cooperativa e per il solo progetto “Capire la Musica” di ben 52.115 euro, salvo integrazioni, per un totale di € 260.575 nel quinquennio.
Ma la verifica, a maggior ragione, doveva essere disposta anche in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 3 della medesima convenzione, laddove si afferma che nell’ipotesi di uno scostamento superiore al 20% tra costi indicati a budget e costi rendicontati a consuntivo il contributo verrà ridotto proporzionalmente.
I costi assunti dal soggetto beneficiario e non saldati ai fornitori, non possono certo essere rendicontati e non possono essere considerati ai fini della concessione integrale del contributo. Questo vale per la cooperativa in oggetto, così come per qualsiasi altro soggetto”.
Dopodiché la richiesta che coinvolge tutto il mondo culturale “Ho provveduto a mandare una Pec a Tarantino, nella quale lo esorto a richiedere a tutti i soggetti beneficiari dei contributi comunali, di fornire le prove dei pagamenti dei costi, dal 2016 ad oggi; contestualmente, ho chiesto di fare una verifica approfondita della congruità e dell’attinenza dei costi rendicontati rispetto al progetto approvato. E a ridurre proporzionalmente il contributo, anche se già erogato, se lo scostamento dei costi a consuntivo risultino oltre il 20% inferiori rispetto al preventivo. E infine a richiedere sin da ora ai beneficiari, di presentare le quietanze di pagamento dei costi rendicontati. Concedendo il temine del 31 ottobre 2020 per ricevere una comunicazione e la documentazione per l’attività eventualmente espletata”.
Speriamo comunque che Tarantino provveda senza indugio. Ma dato che Tarantino non è un dirigente di ruolo, bensì a scadenza (perché assunto su una comparazione di titoli e una scelta fortemente fiduciaria da parte del Sindaco de Pascale), speriamo per come ha gestito il Mar, le attività culturali e i rapporti con le Fondazioni, che la sua esperienza nel Comune di Ravenna termini presto e magari prima della conclusione della consiliatura .
Ci é infatti giunta voce che Tarantino stia partecipando ad un concorso del Mibact e che sia tuttora in corsa per la nomina a direttore della Biblioteca Complesso monumentale dei Girolamini di Napoli. Tarantino risulta tra i 10 profili selezionati dalla commissione nominata dal Ministro Franceschini, e stando a quanto abbiamo appreso, ha svolto il colloquio a Roma pochi giorni fa.
Potremmo trovarci nella condizione che Tarantino saluti de Pascale e la Signorino fra pochi mesi e a celebrazioni dantesche in pieno svolgimento. Il Comune si troverebbe così senza dirigente alla cultura. Noi ovviamente gli auguriamo di poter essere nominato Direttore di detta Biblioteca e lasciare Ravenna quanto prima.
La Pigna analizza poi la situazione della cooperativa Emilia-Romagna Concerti: “Tornando alla cooperativa Emilia-Romagna Concerti, abbiamo provveduto a richiedere, stante le accuse della Confesercenti messe nero su bianco all’Assessore Signorino, a la rendicontazione e il totale dei contributi comunali ad essa erogati dal 2016 ad oggi.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, la ragionieria comunale ha indicato in euro 189.568 i contributi erogati dal 2016 al 18 marzo 2020.
Cifre ragguardevoli.
E’ bene ricordare che come si evince dalla visura camerale, la cooperativa é una cooperativa prettamente familiare. Tra i soci troviamo Paolo Olmi, nel consiglio di amministrazione della cooperativa, Presidente Silvana Lugaresi moglie di Paolo Olmi, e i figli Licia e Giuseppe. La sede della cooperativa é in via Tombesi dall’Ova a Ravenna.
Spiccano a questo proposito le ricevute, le fatture e i rimborsi chilometrici dei soci familiari delle cooperativa. Tutti documenti fiscali presentati al Comune di Ravenna. La Presidente della Cooperativa, che agisce senza compenso per il ruolo di amministratore, emette fatture di consulenza per attività amministrativa, organizzativa e di ufficio stampa, rendicontate al Comune di Ravenna. Non viene fornito il relativo contratto di consulenza o la lettera d’incarico. Ci sarebbe quanto meno un palese conflitto d’interessi, dato che la Presidente dovrebbe incaricare se stessa. Certo nulla di male se la Signora sia contemporaneamente Presidente, collaboratore e consulente della cooperativa ma é inopportuno che i suoi costi siano accettati dall’Assessorato alla Cultura per il rendiconto”.
Verlicchi e i suoi collaboratori hanno quindi analizzato i documenti prodotti dalla cooperativa per le richieste di finanziamento: “Spulciando nella rendicontazione presentata al Comune di Ravenna, abbiamo trovato alcuni costi che possiamo definire quanto meno particolari.
Vi sono innumerevoli fatture e ricevute con lo stesso timbro “pagato”, il che di per se non assicura la quietanza del pagamento. Ad esempio, in alcune fatture di Hotel é apposta la dicitura “corrispettivo non pagato” ma sotto é apposto il solito timbro pagato. In altre fatture, sono indicati scadenze del pagamento ma non vi è prova dello stesso. Eppure anche in queste fatture é apposto lo stesso timbro “pagato”. Sono state presentate ricevute per pasti a Serravalle Pistoiese e per materiale dell’evento a Tredozio. Non capiamo cosa centrino queste spese sostenute in Toscana e a Tredozio con gli eventi realizzati nel Comune di Ravenna. Fatture di ristoranti con la dicitura a penna, pagato con assegno. Spulciando anche notule pro-forma per compensi vari musicali ed intestate alla cooperativa orchestra dei giovani europei (che ha sede come la cooperativa Emilia-Romagna Concerti in via Tombesi dall’Ova). Spese seppure di importi lievi, riferite ad altro soggetto ma rendicontate dalla cooperativa al nostro Comune. Rendicontato anche un sollecito di pagamento di Confcooperative Ravenna, che lamentava la morosità del pagamento del contributo di revisione per il biennio 2017-2018. Col solito timbro “pagato”.
Le utenze relative alla residenza di Paolo Olmi sono intestate alla cooperative. Le bollette del telefono fisso e mobile ed Enel sono tutte rendicontate al Comune di Ravenna. Così anche le ricariche della telefonia mobile.
Non si contano le fatture e le ricevute senza quietanza del pagamento.
Nel 2016 la rendicontazione della cooperativa, si limita ad elencare gli estremi delle fatture ricevute. A fronte di 24 eventi musicali realizzati nel Comune di Ravenna, vi sono elencate le fatture e i documenti fiscali relativi a eventi fatti in Italia e all’estero. Stessa cosa per il 2017.
La responsabilità gravissima di tutto questo é del Comune di Ravenna e in particolare di de Pascale e dell’Assessore Signorino
Le maglie sono volutamente troppo larghe per non volere trasparenza e per favorire clientele. Ora a tutto questo va posto immediatamente rimedio”.
Infine Verlicchi promette di continuare a dare battaglia: “Notificherò queste problematiche ai sindaci revisori del Comune, affinché intraprendono tutte le iniziative per pretendere trasparenza e legalità.”