Difendere il bosco dell’alta collina-montagna faentina trasformandolo in una reale risorsa per il territorio, sia in termini economici che occupazionali, senza ovviamente tralasciare l’aspetto ambientale, perché un bosco curato è garanzia di sicurezza e tutela dal pericolo incendi e dissesto idrogeologico.
Questi, in estrema sintesi, gli obiettivi del progetto che Coldiretti Ravenna, affiancata da FederForeste nella persona del Segretario nazionale Pietro Torchio, ha presentato nei giorni scorsi agli associati che operano in boschi e castagneti.
“Partiamo da una semplice constatazione che ci aiuta rapidamente ad inquadrare il problema – ha esordito il Presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte – l’industria italiana del legno è la prima in Europa per valore della produzione, ma il nostro Paese, nonostante 11 milioni di ettari di bosco, è anche il primo per importazione di legname. Questo – ha aggiunto – a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato, quello del bosco nazionale, risorsa non sfruttata a dovere o comunque sinora gestita in modo non adeguato”. C’è spazio, dunque, per un cambio di passo e per creare nuove opportunità, a partire dai boschi e castagneti della provincia di Ravenna.
Il primo step – come illustrato durante l’incontro al quale ha preso parte anche il sindaco di Casola Valsenio Giorgio Sagrini – è mettere in campo una solida organizzazione in grado di unire tutti i conduttori e proprietari di boschi, selve castanicole e pascoli concordi nella necessità di rivitalizzare la ‘risorsa bosco’ e le strutture aggregative e di servizio già esistenti sul territorio.
“Lo scopo principale di questo percorso avviato da Coldiretti – spiega il Direttore Coldiretti Ravenna Assuero Zampini – è giungere all’elaborazione di un piano di recupero attivo del bosco, delle selve castanicole abbandonate, nonché dei pascoli esistenti per poi costruire tutti insieme una vera filiera del legno a km zero e 100% made in Italy insieme al contestuale ampliamento delle coltivazioni di castagne e marroni”.
“Queste azioni – gli fa eco Nicola Grementieri, Responsabile Coldiretti per l’alta collina Faentina – consentirebbero di migliorare e integrare il reddito delle aziende agricole dell’alta collina, mettere a valore il bosco, contrastare l’allontanamento dalle campagne e lo spopolamento della montagna, nonché valorizzare quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, indispensabili per tutelare l’ambiente e limitare ulteriormente il pericolo incendi-dissesto, dato che un bosco più curato è anche più sicuro”.
Il prossimo passo del percorso di valorizzazione del bosco avviato da Coldiretti prevede la costituzione di gruppo di lavoro che opererà per identificare e definire le linee progettuali andando poi a confrontarsi con tutte le organizzazioni e categorie della montagna e coinvolgendo nell’iter anche i vari Comuni.