“Ciò che più offende un cittadino, quando un servizio pubblico non funziona, è sentirsi rispondere, in modo ingannevole, che tutto va invece per il meglio. Offende di più quando si tratta di un servizio primario, come quello sanitario, che la cittadinanza paga due volte, con le tasse e molto spesso coi ticket tariffari o pagandolo interamente, se costretta a rivolgersi ai privati. È successo ieri nella nostra città. Quando i giornali hanno pubblicato una nota sintetica di Lista per Ravenna sul servizio di odontoiatria, intitolata: VIETATO CURARSI I DENTI NELLA SANITà PUBBLICA”, l’AUSL Romagna ha immediatamente risposto con una lunga smentita che è suonata invece sulla stampa come “Cure odontoiatriche riprese” affermano Alvaro Ancisi e Gianfranco Spadoni di Lista per Ravenna. 

“L’attenta lettura del fitto elenco delle attività compiute, coi relativi dati numerici delle prestazioni erogate, non smentisce però già da sé la sostanza, in ragione di cui un servizio ortodontico non può sospendere per mesi e mesi facendo finta di niente l’impossibilità di utilizzare i manufatti necessari per aggiustare denti malandati o perduti, vale a dire le protesi dentarie, almeno quelle mobili, visto che quelle fisse il convento pubblico non le passa. Questa è la verità dell’odontoiatria ravennate, dalla quale nessuno riesce ancora a sapere quando tornerà ad effettuare queste prestazioni, cominciando dai pazienti che sono in attesa ancora dall’anno scorso di riavere una bocca normale, senza afflizioni” proseguono Spadoni e Ancisi. 

“Non abbiamo detto che l’odontoiatria sia rimasta con le mani in mano, né che non abbia funzionato, magari egregiamente, per il “controllo dei pazienti in autogestione”, per gli interventi chirurgici su “patologie complesse pediatriche”, per i casi più urgenti come quelli inviati dal Pronto soccorso (lo abbiamo scritto), che non abbia eseguito migliaia di test e di tamponi sul Covid. Ma questo non c’entra col fatto che l’odontoiatria normale è tuttora chiusa” dichiarano Alvaro Ancisi e Gianfranco Spadoni. 

“La dimostrazione plastica la si osserva in ospedale nella sala d’aspetto dell’odontoiatria, dove le sedie, che erano 20 prima del Covid, sempre affollate, sono state ridotte a 6, sempre deserte .Telefonando oggi all’800002255 del CUP abbiamo verificato che, chiedendo non già una cura odontoiatrica, bensì solo una visita, la si può ottenere solo presso l’ospedale di Cervia. Le risposte che i cittadini non ottengono per via normale e neppure scomodando la stampa dovrà dunque darcele martedì prossimo, in consiglio comunale, il sindaco, presidente della Conferenza socio-sanitaria dell’AUSL Romagna, a cui abbiamo rivolto un’interrogazione question time. Fuori dai denti, è il caso di dire, dovrà anche spiegarci cosa è successo riguardo a quanto segue, tortuosamente carpito: ci sono problemi per la fornitura delle protesi dentarie?; sono ancora da bonificare gli ambulatori dove si effettuano queste prestazioni?” concludono Ancisi e Spadoni.