Trenta diversi tipi di cristalli di gesso, tra cui alcuni di lapis specularis, di rilevante importanza scientifica e testimoniale, destinati al realizzando Museo Geologico della Vena del Gesso Romagnola all’interno del Palazzo Baronale di Tossignano (BO) sono stati rubati.
A denunciare l’accaduto sono l’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità, l’Università di Modena e Reggio Emilia, la Federazione Speleologica regionale dell’Emilia-Romagna, il Comune e la Pro Loco di Borgo Tossignano.
I cristalli appartenevano alla “Collezione Luciano Bentini”, ceduta in comodato d’uso gratuito al Parco regionale legato alla vena del gesso dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna e dovevano rappresentare il fulcro del percorso espositivo del nuovo museo.
Il furto, avvenuto al Palazzo Baronale di Tossignano, è stato scoperto in realtà già da settimane. Ha fatto seguito regolare denuncia ai carabinieri e oggi ne è stata informata la stampa.
La realizzazione del Museo Geologico della Vena del Gesso Romagnola, promosso già da alcuni anni dall’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna, si sta concretizzando con la progettazione e l’affidamento dei lavori che consentiranno di realizzare uno spazio espositivo, un ristorante e un punto informativo. L’allestimento del Museo si inserisce nel POR-FESR, Asse 5 “Progetto per la valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, come motore dello sviluppo del turismo sostenibile nell’Appennino faentino e imolese”, sotto la supervisione scientifica dell’Università di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE). Il futuro Museo della Vena del Gesso Romagnola è parte integrante del “Sistema museale territoriale diffuso”, che si articola in edifici, luoghi, paesaggi, punti panoramici, geositi, sentieri, percorsi ciclabili, tutti raccordati tra di loro con alcuni immobili che rappresentano i punti di informazione/divulgazione principale lungo la dorsale geologica del territorio del Parco.