“Buona permanenza al mondo” conclude Vladimir Majakovskij, nel biglietto con cui prende commiato dalla vita – è il 14 aprile 1930, il poeta si spara al cuore. BPM, oltre a esserne l’acronimo, ne è la misura, la pulsazione, battito e cadenza di un uomo e di un poeta che, come scrive lui stesso, “è tutto cuore, romba dappertutto”. Lunedì 6 giugno, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone, il nuovo appuntamento della sezione teatro di Ravenna Festival è con la compagnia Menoventi, che ha costruito una drammaturgia – firmata, come la regia, da Gianni Farina – a partire dal complesso lavoro di indagine della slavista Serena Vitale sul mistero della morte di Majakovskij, raccolto in Il defunto odiava i pettegolezzi (2015, Adelphi). Testimonianze e documenti sono amalgamati dalla Donna Fosforescente, la donna del futuro, l’ultima fantasia teatrale del poeta che guida il pubblico nei meandri di un periodo capriccioso e mutevole, sedotto dai miti della reincarnazione e del viaggio nel tempo. Per questa coproduzione, che unisce Festival e E/Menoventi, in scena Consuelo Battiston, Tamara Balducci, Leonardo Bianconi, Federica Garavaglia, Mauro Milone.
Raccontare le ultime pulsazioni di Majakovskij significa raccontare la fine di una generazione straordinaria, la rapida parabola di un manipolo di ragazzi che si riunirono sotto il vessillo della Rivoluzione d’Ottobre, trasformarono radicalmente il modo di concepire le rispettive discipline e, soffocati dalla deriva autoritaria dell’utopia inseguita, terminarono con violenza la produzione artistica o la vita stessa. Seguendo le tracce di Mejerchol’d e dello stesso Majakovskij, Menoventi restituisce la vicenda alternando fatti e finzione, contaminando il Realismo con le figure fantastiche secondo un procedimento caro all’autore sovietico. Se ne fa voce portante la Donna Fosforescente (Consuelo Battiston), metafora incarnata del mondo ancora a venire, di un futuro a cui Majakovskij demandò la propria felicità – forse una resa, una rinuncia a cambiare il proprio mondo per abbandonarsi all’abbraccio dei “compagni posteri”, per cercare asilo tra gli “spettabili discendenti”. A noi, uomini del futuro, si rivolge quindi il poeta.
Lo spettacolo è la tappa intermedia dello studio di Menoventi basato sul saggio di Serena Vitale. La prima produzione, L’incidente è chiuso, giocava con gli stilemi del giallo e del noir per ricostruire l’ultimo giorno di vita del poeta della Rivoluzione, in una ragnatela di testimonianze, smentite, ipotesi e contro-ipotesi. Il programma originale della XXXI edizione di Ravenna Festival prevedeva il debutto dello spettacolo Il defunto odiava i pettegolezzi con cui Menoventi avrebbe concluso il proprio progetto dedicato a Majakovskij. Per il calendario reinventato della manifestazione Menoventi propone invece quello che è a tutti gli effetti un nuovo spettacolo, che si concentra su uno dei misteri più affascinanti della letteratura russa senza rinunciare alle incursioni nell’ironia pop – per intraprendere un lavoro di scavo senza rinunciare alla leggerezza.
Dal 2005 Menoventi porta avanti una ricerca personalissima sul teatro, attraversata dall’intelligenza dell’ironia e dallo svelamento dei piani della rappresentazione. Gli spettacoli sono ingranaggi, labirinti, inganni che interpellano lo spettatore. La costante tensione fra forma e contenuto, sempre in sincronia con il presente, li spinge a sperimentare il formato seriale. Prima con Survivre, in cui il tema della sopravvivenza si incrocia con la forma della copia, poi con ASCOLTATE! progetto dedicato ai turisti, con interviste raccolte e ricomposte alla maniera di Menoventi. Sul confine fra game e reality si trovano lavori come Postilla e il format TV Art Breakers. La sensibilità sociologica e politica di Menoventi è messa a fuoco da lavori come Credi ai tuoi occhi, Vita Agra del Dott. F., da Bianciardi, e Docile: spettacolo spartiacque che immette elementi biografici della compagnia. Infine, l’incontro con il romanzo di Serena Vitale e la storia reiterata del suicidio di Majakovskij chiude il ciclo di un’indagine fra contenuto e dispositivo. Anzi, la riapre.