Il Decreto Rilancio, ormai alle battute finali del suo iter parlamentare, tenga nella dovuta considerazione gli effetti delle devastanti gelate primaverili  che, come uno tsunami, hanno praticamente azzerato la produzione di frutta dell’Emilia-Romagna colpendo in particolare la provincia di Ravenna.

Lo dichiara Coldiretti Ravenna lanciando un accorato appello rivolto a tutte le forze politiche: “In questo momento serve la massima responsabilità – afferma Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – Comuni, Provincia, Regione, per tramite dell’Assessore Alessio Mammi che si è adoperato in prima persona sensibilizzando Governo e Ministero in merito all’entità del dramma che stanno vivendo i nostri frutticoltori, hanno tutti fatto la propria parte. Ora – aggiunge Dalmonte – non è tempo di tergiversare oltre o di lanciarsi in pericolosi e inopportuni giochi di potere poiché, senza i dovuti indennizzi, si condannerebbero a morte centinaia di imprese e un intero comparto che garantisce occupazione a migliaia e migliaia di persone”.

La mancata considerazione di quanto avvenuto nei campi della nostra regione, con le terribili gelate di fine marzo-inizio aprile che hanno avuto come epicentro il territorio ravennate cancellando qui fino al 90% della produzione di pesche e albicocche – rincara la dose il Direttore Assuero Zampini – provocherebbe, come in un domino, prima la chiusura delle aziende, poi l’estinzione dei frutteti e, via via, un’emergenza sociale che in termini occupazionali sarebbe per la Romagna pari al doppio di quella legata alla crisi dell’Ilva di Taranto”.

Basta, infatti, un semplice calcolo per intuire gli effetti devastanti – in termini produttivi, di assetto economico e di portata sociale – che potrebbe generare un eventuale sottovalutazione di quanto accaduto al primo anello della filiera della frutta: “Se consideriamo che con 1 solo ettaro di frutteto si garantisce l’occupazione a tempo pieno di 1 persona e che per ottenere lo stesso rapporto uno-a-uno con il seminativo, di ettari, ne occorrono ben 400, è evidente – afferma il Presidente Dalmonte – che ci troveremmo d’un colpo dinanzi ad una vera e propria desertificazione, produttiva ed occupazionale. E chi penserà poi alle migliaia di disoccupati? Chi e come risolleverà un’economia ‘orfana’ di un comparto, quello frutticolo, che per la nostra regione vale oltre 1 miliardo di euro? Questo, lo ribadiamo, è il tempo della responsabilità – conclude – assumersela, difendendo lavoro, futuro, sviluppo e territorio, è un dovere”.