“La Fp Cgil ha riflettuto qualche giorno, assieme ai suoi iscritti, se fosse utile esprimere il proprio punto di vista in riferimento al dibattito sviluppatosi sulle pagine della cronaca locale sulla Fondazione RavennAntica, non tanto con l’intenzione di rispondere a posizioni già espresse, ma semplicemente per evidenziare aspetti che si ritiene di fondamentale importanza per tutta la città di Ravenna e per la tutela professionale dei dipendenti” afferma il segretario generale della Fp Cgil Ravenna, Alberto Mazzoni.
“L’accordo di valorizzazione siglato dal Comune di Ravenna, dalla Regione Emilia Romagna e dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo – che prevede l’affidamento della gestione dei servizi aggiuntivi dei monumenti statali alla Fondazione RavennAntica – è un’importante opportunità per la città e per l’organizzazione di un settore così determinante per Ravenna, in quanto, di per sé, avere in un’unica gestione la valorizzazione per 20 anni del patrimonio monumentale dello Stato e del Comune consente di effettuare politiche di promozione in grado di attrarre molti più visitatori con costi contenuti” continua Alberto Mazzoni.
“Potenziare la propria offerta culturale genera virtuose ricadute tali da innescare processi di efficienza sul piano turistico. L’accordo firmato tra il sindaco De Pascale, il ministro Franceschini e il presidente della Regione Bonaccini riteniamo abbia in sé tutte le potenzialità per raccogliere questa sfida. Il nostro territorio ha potenzialità enormi, mettendo assieme una proposta turistica che intrecci la riviera, la città, il territorio con le sue bellezze paesaggistiche e agroalimentari. In sostanza, si deve passare da un modello turistico “mordi e fuggi” (gite scolastiche, crociere, happy hour), che porta persone ma spesso ci lascia solo i costi, a un modello di permanenza di famiglie che possono fermarsi 5/7 giorni, anche durante tutto l’anno, per visitare e apprezzare percorsi che attraversano tutti settori economici del territorio” afferma Mazzoni.
“È avendo a mente questi pensieri che abbiamo chiesto e perseguito un accordo di valorizzazione del personale della Fondazione in quanto, non da sola e con il contributo delle conoscenze e professionalità sviluppate negli anni con tutte le esperienze, RavennAntica può e deve svolgere tale ruolo. Soprattutto in un momento così complesso per la salute e l’economia del territorio, l’accordo di valorizzazione può e deve favorire un nuovo patto territoriale all’altezza delle sfide imposte dal covid-19. L’aggregazione del territorio quindi, in tutte le sue componenti (istituzioni, associazioni, enti formativi, società produttiva ecc) è essenziale per dare a questo percorso ulteriore sostanza e progettualità” spiega Mazzoni.
“Non abbiamo nostalgie di gestioni privatistiche dei siti nazionali (Nova Musa), che oltre a non versare la quota percentuale dei biglietti dovuta allo Stato per 475.000 euro, non ha retribuito i propri dipendenti per le ultime tre mensilità lavorate oltre al Tfr. Maestranze che, grazie all’accordo di valorizzazione, sono state assorbite da RavennAntica in quanto applica le norme di diritto privatistico del lavoro. Infine, non commentiamo lo stile con cui la politica si confronta, ognuno risponde a sé, ma indagare l’appartenenza politica, o la libertà di partecipazione alla vita istituzionale del proprio territorio, dei singoli dipendenti, lo riteniamo inaccettabile e lesivo dei diritti fondamentali da garantire a ogni cittadina e cittadino” conclude Alberto Mazzoni.