“Siamo pronti a candidare al primo bando del Fondo per l’innovazione europeo il progetto per il nuovo hub di Ravenna che darà vita al più grande centro al mondo di cattura e stoccaggio di anidride carbonica (Ccs)”. Ad annunciarlo, in un’intervista a ‘Il Sole 24 ore’, è l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, secondo cui “la cattura e lo stoccaggio di CO2 ha un’opportunità unica nell’area perché”, spiega, “sfrutteremo, da un lato, l’immenso volume di stoccaggi che arriva dai giacimenti a gas offshore ormai esauriti del Medio Adriatico e, dall’altro, metteremo a fattor comune in un grande progetto di economia circolare le infrastrutture esistenti ancora operative, insieme a nuovi sistemi di cattura della CO2 sui camini delle attivita’ di Eni sulla terraferma unitamente ad altri impianti industriali nelle vicinanze. Il tutto valorizzando la solida esperienza che abbiamo in Italia dove, ormai dagli anni ’60, e’ iniziata l’attivita’ di stoccaggio del gas che oggi vede un volume di 14 miliardi di metri cubi: noi saremo in grado di arrivare a 300-500 milioni di tonnellate di capacita’ di stoccaggio attraverso una selezione di giacimenti che faranno da ‘contenitori'”.
Eni e le energie rinnovabili
Descalzi non teme uno spiazzamento delle rinnovabili. “Il bisogno energetico e’ cosi’ ampio”, osserva, “che non possiamo pensare di trasformare tutta l’energia esistente in prodotti completamente verdi. Anche Eni sta lavorando molto sul ‘green’, ma abbiamo bisogno di altri apporti e occorre sfatare l’idea che esiste solo una forma di energia: se i prodotti finali sono ‘puliti’ perchè li hai liberati del loro contenuto carbonico, allora quell’energia rappresenta un valido complemento”. L’obiettivo di Eni, essendo in un mercato regolato, aggiunge l’ad, “e’ di arrivare a produrre energia a un prezzo conveniente, ma l’aspetto più importante è che potremo offrire ai nostri clienti un’elettricità completamente decarbonizzata e questo rappresenterà un valore aggiunto fondamentale per tutto il nostro retail”. Per Descalzi, si tratta inoltre di “un’occasione importante per l’area e anche per quelle società di ingegneria e meccanica, nate negli ultimi 50 anni per supportare la produzione di gas, che al momento subiscono una profonda crisi di settore. E’ un progetto”, afferma, “in cui crediamo molto e che ha ricevuto pieno sostegno sia del governo, in primis del premier Giuseppe Conte, sia delle autorità locali, a cominciare dal governatore dell`Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, perché e’ un’iniziativa industriale che consentirà di mantenere la forza lavoro impegnata nel distretto e, in prospettiva, di procedere a nuove assunzioni”.
La gara europea
Le tappe della gara Ue prevedono la pubblicazione del primo bando a luglio “poi”, spiega Descalzi, “tra novembre e dicembre, scatterà la deadline per l’invio della manifestazione d’interesse. Nel primo trimestre del 2021, la Commissione Europea procederà all’esame dei progetti e comunicherà gli ammessi alla seconda fase. I soggetti in short list dovranno trasmettere la domanda completa entro la fine del secondo trimestre e, se si sarà ammessi allo step successivo, ci sarà un ulteriore vaglio”. In una prima fase, prosegue il top manager, “i progetti saranno valutati per la capacita’ e la riduzione di CO2, per l’efficienza nel taglio dei gas emissivi e per il grado di innovazione. Da questo punto di vista il progetto di Ravenna e’ un unicum essendo il primo progetto di stoccaggio nel Sud Europa che ha bisogno di aver accesso a questo tipo di fondi. Dopodiché, se si viene ammessi alla seconda fase, saranno esaminati anche la scalabilità e l’efficienza dei costi, come pure il grado di maturità”. L’obiettivo, dice ancora Descalzi, “è riuscire a sanzionare il progetto per il 2023, dopodiché penso che l’attività realizzativa per la prima fase prototipale sarà abbastanza veloce. A quel punto, ritengo che nel giro di un anno, un anno e mezzo, riusciremo a realizzare i primi stoccaggi. Poi, man mano che entrerà a regime, l’hub ha delle caratteristiche tali che potrà essere utilizzato anche da altre industrie, ma potremo altresì proporlo ai Paesi limitrofi, come la Croazia”.
(AGI)