Sulle orme della voce dialettale che indica le riunioni serali dei contadini nelle stalle, quando la voce – in forma di narrazione o giochi verbali – era protagonista, il Trebbo Poetico è stato ideato in un campeggio di Milano Marittima da Walter Della Monica e Antonio Comello. Tra il 1956 e il 1960 la loro pioneristica iniziativa ha portato giganti della letteratura italiana, da Ungaretti a Montale, a incontrare il pubblico di Cervia. Nel solco di questa tradizione la rassegna (re)immaginata dal Festival si inaugura con un Omaggio a Tonino Guerra, in occasione del centenario della nascita del poeta di Santarcangelo. Poeta ma anche artista a 360 gradi: scrittore, pittore, sceneggiatore di film di Antonioni, Rosi, Tarkovskij e naturalmente dell’eterno Amarcord di Fellini. A Troisdorf, il campo d’internamento tedesco dove era stato deportato nel ’44 come antifascista, Guerra recitava ai compagni di prigionia i Sonetti romagnoli di Olindo Guerrini, eco di una casa troppo lontana, forse già perduta. Prese lui stesso a comporre nuove poesie e quei versi costituirono la sua prima raccolta pubblicata dopo la Liberazione, con il titolo I scarabocc.
L’attore Ivano Marescotti, noto anche per il sodalizio con Raffaello Baldini di cui ha interpretato l’opera poetica e teatrale, ha tradotto nel proprio dialetto, quello di Villanova di Bagnacavallo, numerose poesie di Tonino Guerra, con l’approvazione dell’autore stesso – del resto non può sfuggire la consuetudine di entrambi con il mondo poetico ma anche con quello del cinema. I testi dalle raccolte Il miele, Il viaggio e I bu troveranno il proprio contrappunto nel contrabbasso e live electronics di Paolo Damiani, che con Marescotti ha costruito una stabile collaborazione sin da quando ha composto le musiche per il suo spettacolo con le poesie di Baldini. D’altronde Damiani, compositore, violoncellista e contrabbassista jazz, ha dimostrato di sapersi confrontare felicemente con danzatori come Virgilio Sieni, attori come Lella Costa o Angela Finocchiaro, scrittori come Stefano Benni.
La rassegna prosegue mercoledì 24 giugno con Pellegrino Artusi, il gastronomo che visse nel futuro, per celebrare i duecento anni dalla nascita dell’autore del più celebre trattato di gastronomia con la presidente di Casa Artusi Laila Tentoni e i Bevano Est. Giovedì 25 si discutono invece Pandemia, salute circolare e informazione con la virologa Ilaria Capua in collegamento video e Gad Lerner. Il momento musicale è con Gianluca Petrella e Pasquale Mirra, rispettivamente al trombone e al vibrafono. Domenica 28 l’Omaggio a Federico Fellini: classe 1920, come Guerra (con cui firmò la sceneggiatura di Amarcord), il regista riminese sarà celebrato attraverso le musiche di Nino Rota negli arrangiamenti commissionati dal Festival a Fabio Petretti per la sua Italian Jazz Orchestra, accompagnata dalla fisarmonica di Simone Zanchini. Martedì 30 Paolo Rumiz riflette sull’identità europea e svela Quell’Europa che viene da Oriente, accompagnato dal flauto di Fabio Mina. Giovedì 2 luglio Stefano Boeri, autore del Bosco verticale di Milano, discute Architettura e Natura; le note sono quelle della tromba di Paolo Fresu e del bandoneon di Daniele Di Bonaventura. Martedì 7 invece l’appuntamento è con Roberto Cotroneo e Il demone della perfezione. Il genio di Arturo Benedetti Michelangeli, con il giovane Domenico Bevilacqua al pianoforte. Giovedì 9 Melania Mazzucco presenta L’architettrice (Einaudi), storia di Plautilla, primo architetto donna dell’età moderna; al pianoforte Rita Marcotulli. Conclude la rassegna il 16 luglio Massimo Gramellini, con un reading da Prima che tu venga al mondo (Solferino), inno alla paternità e ritratto dei rapporti fra generazioni, siede al piano in questo caso Virginia Guastella.