“Sono passati poco più di tre mesi dallo scorso 28 febbraio, il giorno in cui firmai il decreto di insediamento della nuova Giunta regionale. 103 giorni nei quali la gran parte degli emiliano-romagnoli e tutti i cittadini italiani hanno dato una grande prova di responsabilità, comprendendo l’importanza di misure che hanno limitato la vita di ognuno di noi, rispettandole. Settimane in cui ha prevalso l’esigenza di tutelare la salute pubblica quale strada per provare a proteggere anche i singoli, sebbene siano state tante le persone che non ce l’hanno fatta. Troppe. E questo sarà per sempre il solo danno irreparabile, pensando soprattutto ai loro cari e ai loro familiari. Tutto il resto siamo chiamati a ricostruirlo. Adesso. Per farlo serve un Paese unito, un obiettivo condiviso. L’Emilia-Romagna ha tutto per farcela”.
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, interviene nell’Aula dell’Assemblea legislativa regionale – convocata per metà in presenza e metà in teleconferenza – per presentare il Programma di mandato 2020-2025 della propria Giunta. Fin dalle battute iniziali ricorda il prezzo molto alto che l’Emilia-Romagna ha pagato all’emergenza coronavirus, una terra esposta anche per la propria collocazione geografica, cerniera e crocevia tra nord e centrosud del Paese, e per le proprie caratteristiche socioeconomiche, con un sistema territoriale che esporta merci e importa turisti.
“La pandemia ha accelerato alcune dinamiche già presenti- sottolinea Bonaccini– la vera sfida sarà ricostruire puntando a correggere le storture, a partire dalla riduzione delle diseguaglianze sociali, economiche, territoriali e di genere”. Ebbene, “la Regione intende innovare e adeguare tutti i propri strumenti per rispondere tanto alle fragilità preesistenti quanto ai nuovi bisogni emersi con la crisi, per non lasciare indietro nessuno”.
I pilastri del Programma
Ecco allora i punti fermi individuati per la ripartenza. Primo, la necessità di rafforzare il sistema sanitario nazionale e regionale quale fattore di modernizzazione economica e sociale, “oltre che di giustizia e democrazia- sottolinea il presidente-. Un’infrastruttura pubblica imprescindibile chiamata non solo ad assicurare, in termini universalistici, il diritto alla salute a ciascun cittadino, a prescindere dalle sue condizioni economiche e sociali, ma anche un servizio alla comunità nel suo insieme, per la tutela della salute pubblica. E mi auguro davvero- sottolinea Bonaccini– che siano decadute tutte le richieste di privatizzare la sanità regionale dell’Emilia-Romagna, grazie alla quale abbiamo prima retto e poi contrattaccato per frenare la pandemia”.
Quindi un rafforzamento della sanità con investimenti tanto sulle strutture e le tecnologie quanto su personale e servizi, ospedalieri e territoriali. Per questo è già programmato circa 1 miliardo di euro di investimenti in edilizia sanitaria e nella rete territori (riapertura dei Punti nascita in montagna, Case della salute, Ospedali di comunità, Hospice, adeguamento della dotazione tecnologica degli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta), assunzioni e rafforzamento degli organici, modernizzazione (Telemedicina, Teleconsulto, estensione uso Fascicolo sanitario elettronico), con nuovi strumenti diagnostici e di cura, il taglio dei tempi d’attesa ai Pronto soccorso – da innovare negli spazi – e per gli interventi chirurgici programmati e con l’impegno ad impiegare nel modo più efficace e rapido tutte le risorse che la programmazione europea e nazionale destineranno in questa fase all’irrobustimento del servizio sanitario. Risorse anche su tutta la rete dei servizi per la non autosufficienza, con l’aumento del Fondo regionale, per dare alle persone anziane e quelle diversamente abili una rete di protezione domiciliare, semiresidenzale e residenziale adeguata e moderna, valorizzando anche la centralità della protezione familiare e dei caregiver.
Il secondo pilastro è la scuola, volano di crescita insostituibile “per fare dell’Emilia-Romagna la regione della conoscenza”. Arriva così la conferma di un obiettivo prioritario: nidi gratuiti e servizi per l’infanzia pienamente accessibili a tutti. Poi la lotta alla dispersione scolastica, portare la quota di Neet al di sotto del 10%, il diritto allo studio 100 per cento, con servizi e borse di studio a tutti gli aventi diritto e ai meritevoli, insieme a all’orientamento per valorizzare inclinazioni e talenti dei singoli studenti. Altro capitolo importante, il diritto alla formazione e la centralità del sistema universitario e di ricerca. Infine, scuole moderne, sicure ed efficienti, con un piano pluriennale di edilizia scolastica basato su risorse certe.
Il terzo pilastro è quello della sostenibilità, economica, sociale e ambientale. L’Emilia-Romagna farà propri i 17 obiettivi dell’Agenda delle Nazioni e dell’Agenda 2030, misurando ogni azione agli effetti reali che produce. Da qui il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima da sottoscrivere entro l’estate con tutte le rappresentanze istituzionali e sociali del territorio per arrivare all’azzeramento delle emissioni climalteranti entro il 2050, e il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. Oltre a un Piano strategico quinquennale di investimenti in prevenzione del dissesto idrogeologico, il raddoppio delle risorse da 50 a 100 milioni di euro in 5 anni per la cura del territorio con la manutenzione di corsi d’acqua, versanti e litorali e altri 600 cantieri per la difesa del suolo affidati già entro quest’anno per 103 milioni di euro. Raccolta differenziata all’80% attraverso la tariffazione puntuale, ambientale ed equa e strategia plastic free (grazie a 5 R: riconvertire, ridurre, ripulire, da rifiuto a risorsa).
Una mobilità fortemente centrata sul trasporto pubblico locale, che la Giunta Bonaccini vuole rendere gratuito per i giovani fino a 19 anni, con la possibilità di estendere successivamente la misura anche ai ragazzi che frequentano l’Università.Oltre alla realizzazione di oltre 600 chilometri di nuove piste ciclabili.
Il quarto pilastro è quello delle opportunità per riattivare il tessuto economico e sociale, partendo da una manifattura tra le più avanzate al mondo, il sostegno all’internazionalizzazione e all’attrattività di nuovi investimenti nel territorio regionale, la rete dell’alta tecnologia, gli investimenti per la Data Valley europea, con i Big Data e la capacità di supercalcolo al servizio di ogni settore (dalle imprese alla scuola, dalla mobilità alla riorganizzazione delle città, dalla salute alla lotta al cambiamento climatico) e, soprattutto, delle persone, per il miglioramento di ogni aspetto della vita quotidiana.
“Spingeremo sulla leva della promozione, degli eventie della cultura- afferma Bonaccini-, per rimettere a valore l’attrattività dell’Emilia-Romagna”. Quindi strategie e misure per la ripresa di un turismo qualificato e sostenibile post Covid, l’Emilia-Romagna grande polo della creatività in Italia che possa puntare ancora di più sull’economia arancione (cultura e creatività) e il proprio patrimonio artistico e naturalistico, e capace di aprire la strada sullo sport, dai grandi appuntamenti nazionali e internazionali a quello di base, fondato su una rete territoriale di impiantistica rinnovata, con l’ambizione di far diventare la nostra regione la Sport Valley del Paese.
Altri elementi fondanti del programma di mandato riguardano il digitale per superare divari e distanze territoriali e la sfida di una nuova agricoltura dove tecnologia e tradizione convivano per garantire sicurezza negli approvvigionamenti e qualità degli alimenti, insieme a reddito per le imprese e sostenibilità delle produzioni. Azione di rilancio della montagna ancor più accentuata, così come per le aree interne: la parola d’ordine sarà “prossimità”, per assicurare il pieno accesso ai servizi di tutti i cittadini.
Il sostegno alle donne vittima di violenza e il perseguimento delle pari opportunità, contro il rischio che la crisi colpisca soprattutto il lavoro delle donne e la loro autonomia.
Oltre a una pubblica amministrazione che sempre di più dia risposte rapide ed efficaci, parlando un linguaggio semplice e chiaro. Che, anche attraverso la transizione al digitale e la proposta di autonomia regionale avanzata dall’Emilia-Romagna, sia in grado davvero di ridurre e facilitare gli adempimenti, accorciandone i tempi e contenendone i costi. Rientrano in questo capitolo la proposta di un Patto per la semplificazione – che porti a una sostanziale sburocratizzazione regionaleda sottoscrivere con Enti locali, rappresentanze sociali e professioni – e un rafforzamento dei presidi di legalità e sicurezza. Non meno importante il completamento della ricostruzione post sisma, dall’accelerazione dei fine lavori allo sblocco rapido di progetti e cantieri.
Autonomia regionale come leva di innovazione, crescita e, appunto, semplificazione. Progetto da condurre in porto attraverso passaggi chiari: la definizione di una legge cornice nazionale che determini i principi di perequazione e solidarietà territoriale, dei costi standard e dei livelli essenziali delle prestazioni, entro cui collocare il nostro progetto di autonomia; la riattivazione del negoziato col Governo a partire dal progetto di autonomia definito dalla Giunta nella scorsa legislatura, concertato con il Patto per il Lavoro e approvato dall’Assemblea legislativa; e un nuovo accordo con Province e Comuni per rafforzare la declinazione territoriale del progetto.
“Un Programma aperto per una ricostruzione condivisa: serve il contributo di tutti”
“Oggi- afferma il presidente della Regione- presento le proposte che vogliamo attuare nei prossimi cinque anni per costruire un’Emilia-Romagna più forte, più giusta, che sappia in primo luogo recuperare ogni posto di lavoro perduto, tutelare ogni posto di lavoro oggi bilico, creare nuova occupazione di qualità. E’ un programma che impegna la Giunta e la maggioranza, ma anche una proposta rivolta a tutta l’Assemblea legislativa, alle minoranze, perché siamo pronti ad accogliere il contributo di tutti. Nessuno ha la verità in tasca, ci serve ogni indicazione valida che possa dare agli emiliano-romagnoli risposte ancor più efficaci. Scegliamo il confronto e non lo scontro. Siamo chiamati tutti a un salto di qualità- conclude Bonaccini-, in un mondo già cambiato che richiede il meglio di ciò che siamo. E l’Emilia-Romagna è tanto e ha tanto da mettere in gioco. Ci servirà tutto per farcela. E ce la faremo, ne sono sicuro”.