Questa nota integra l’interrogazione question time presentata al sindaco nei giorni scorsi, intitolata: “Oncologia è stata chiusa dopo 7 medici e 17 operatori sanitari infettati. Serve un’indagine interna”. Avevamo aggiunto, nel testo, che il “bacino infettivo irrefrenato di casi positivi al virus” aveva contaminato, presso tale Unità operativa dell’ospedale di Ravenna, “numerosi ammalati degenti e loro familiari”.
CONTAGIATI I DEGENTI – Ma giovedì scorso la stampa locale ha riferito di “un’altra vittima tra i pazienti contagiati a Oncologia”, ravennate di 61 anni, quale terzo caso di degenti morti nella stessa condizione. L’assai più grave bollettino ci ha così suggerito di affrontare nello specifico anche questa triste casistica, affinché l’indagine richiesta all’AUSL Romagna sia la più completa ed esaustiva. Lungi dalla ricerca di un untore, auspichiamo che, prendendosi coscienza delle carenze di direzione e di vigilanza registratesi in un settore della spedalità ravennate tra i più delicati e importanti, se ne rimuovano le cause e se ne prevenga il ripetersi. Affermiamo dunque, con piena cognizione di causa, che i pazienti deceduti col Covid in Oncologia, durante il focolaio epidemico, sono stati a tutt’oggi sei, su 14 contagiati. Tanti sono i posti letto del reparto di degenza. Ad alcuni, l’infezione da Covid, subita mentre erano in trattamento chemioterapico e oncologico, può avere annullato le possibilità di combattere la propria malattia e con essa la residua aspettativa di vita. Tre nominativi sono stati pubblicati dalla stampa. Evitiamo di dare gli altri, coi relativi dati di età e di specifica patologia oncologica, per rispetto della privacy e dei familiari, a cui rivolgiamo un pensiero commosso.
LE RACCOMANDAZIONI DEL MINISTERO DELLA SALUTE – Fin dal marzo 2020, il ministero della Salute e le associazioni scientifiche hanno messo in luce la fragilità del malato oncologico di fronte al contagio da Covid, raccomandando estrema cautela nella prosecuzione dei trattamenti e nella gestione dei singoli pazienti, essendo loro prima necessità la messa in sicurezza dall’infezione virale. Ci risulta invece che, nel corso della pandemia, l’Oncologia di Ravenna abbia continuato a ricevere ricoveri, selezionati ed arruolati a scopo di studi scientifici. In un caso, il paziente proveniva da un’Oncologia del centro Italia, quando ogni spostamento tra regioni avrebbe dovuto essere limitato all’urgenza e all’emergenza. Ci chiediamo se non fosse stato doveroso dare priorità alle attività di assistenza e muoversi con cautela selezionando ciò che realmente non avrebbe potuto essere procrastinato e concentrandosi sulle necessità dei pazienti del nostro territorio per le loro specifiche problematiche cliniche. Ma soprattutto dovrà essere verificato fino a che punto e per quali ragioni le “Raccomandazioni per la gestione dei pazienti oncologici e onco-ematologici in corso di emergenza da COVID-19”, trasmesse il 10 marzo 2020 dal ministero della Salute, direzione generale della programmazione sanitaria, a tutte le regioni italiane, non fossero state rispettate. Ad ogni buon conto, ne alleghiamo il testo, quale parte integrante di questa nota, mantenendo alta l’attenzione riguardo all’andamento e alle conclusioni degli accertamenti che ci aspettiamo siano disposti.