Il problema è stato sollevato da Lista per Ravenna al sindaco De Pascale il 7 maggio. “Occorre riconoscere alle famiglie dei nostri concittadini che frequentano scuole o centri professionali lontani da casa il rimborso dei pagamenti effettuati per il servizio di cui non abbiano potuto usufruire a causa dell’emergenza coronavirus. Si tratta peraltro di attività d’impresa che fanno tutte capo a società interamente pubbliche, partecipate direttamente o indirettamente anche dal Comune di Ravenna: Start Romagna o TPER per gli autobus, Trenitalia-TPER per i treni regionali” afferma Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna.
“Ponevamo anche un principio di equità di trattamento, giacché il Comune aveva già riconosciuto analoghi rimborsi alle famiglie degli alunni residenti nelle proprie zone non servite dalla linea pubblica, che, usufruendo a pagamento del trasporto scolastico comunale, ne hanno subìto le medesime interruzioni. È di ieri la notizia secondo cui il Governo ha inserito nel decreto “Rilancio”, che sarà convertito in legge a breve, appositi fondi per rimborsare i pendolari che non hanno potuto utilizzare il proprio abbonamento ai mezzi di trasporto pubblico locale a causa dei blocchi da coronavirus. Saranno le Regioni a definire le modalità operative dei rimborsi al fine che gli interessati ricevano le indicazioni utili per ottenerli. Non c’è dubbio che ne abbiano pieno diritto i pendolari dei servizi scolastici o di formazione professionale. Questione di coerenza e di giustizia” conclude Alvaro Ancisi.