“Essere genitori di un ragazzo speciale ti “costringe” a non abbassare la guardia. Vivere e organizzare il presente, gestire l’ansia del futuro, le relazioni e il confronto con il coniuge (ancora più difficili in caso di separazione), la gestione dei rapporti con i figli normodotati. Interrogandosi continuamente su qual è il bene per questo figlio speciale, la tentazione di proteggerlo oltre misura con il rischio di non farlo crescere o ancora peggio di instillare nella sua testa che il mondo fuori è tutto brutto e pericoloso…. Vivere la solitudine, a tratti pesante, pensando che nessuno può capire la frustrazione, il senso di colpa, l’angoscia della domanda: “cosa ne sarà di mio figlio quando io non ci sarò più”. La rabbia per essere costretti a lottare fra poveri per ottenere ciò che si dovrebbe avere per diritto” afferma l’ Associazione G.R.D. – Genitori Ragazzi con Disabilità – di Faenza.
“In questo periodo di emergenza poi, tutto è diventato ancora più complicato: la vita in casa, senza più poter uscire, la scuola e i centri diurni chiusi, le attività sportive sospese. Le associazioni delle famiglie con ragazzi disabili, ancora una volta in prima linea, non sono state a guardare, hanno incontrato i servizi chiedendo di attivare servizi educativi a domicilio (servizi già attivi in alcuni territori limitrofi) e la riapertura dei centri diurni. La risposta è stata che ogni ragazzo potrà andare al centro un giorno a settimana in un rapporto 1:1 con l’operatore e gli altri giorni starà a casa…fino a data da destinarsi” continua l’Associazione.
“Questa risposta è stata un macigno per molte famiglie! Allora riapriamo! E ripartire con un nuovo slancio, proprio ora e inventarci nuove possibilità di percorsi e luoghi dove attuarli. Da lunedì 4 maggio abbiamo riaperto la bottega, palestra di allenamento alla vita autonoma e indipendente dei nostri ragazzi ormai da 7 anni. La necessità di mettere in atto tutti i protocolli di igienizzazione e sicurezza, diventa l’attività nuova che i ragazzi stanno apprendendo. Dopo due mesi di lockdown, non solo v’era l’esigenza di ripartire con la “normalità lavorativa”, ma era molto sentita la necessità di spazi all’aperto in cui sperimentare un contatto con la natura. Nasce così la collaborazione tra l’Associazione G.R.D e Farsi Prossimo!” spiega l’Associazione.
“Abbiamo pensato che le attività all’aperto sono molto importanti e anche meno pericolose. Così abbiamo contattato l’associazione Farsi Prossimo storicamente promossa dalla Caritas Diocesana che ha realizzato un progetto di orto sociale a Castel Raniero – “Terra Condivisa”, dove trovano occupazione persone svantaggiate del territorio. I nostri ragazzi con disabilità insieme all’educatore potranno collaborare alle attività, sempre in rapporto individuale, per la semina, la concimazione, la raccolta, l’irrigazione, la pesatura, il confezionamento, la consegna ecc. L’intento è porre l’attenzione sull’integrazione e sulle opportunità lavorative di persone in situazioni di fragilità (Farsi Prossimo) e giovani con disabilità (G.R.D.)” afferma l’ Associazione G.R.D. – Genitori Ragazzi con Disabilità – di Faenza.
“L’azienda del nostro amico Pietro Bandini è situata sulle colline faentine ed è caratterizzata da coltivazione (con sistema biologico ed integrata) di vite, albicocco, susino, pesco, kiwi, kaki e olivo. Sono presenti alveari, un piccolo gregge di pecore, il cavallo, gli animali da cortile (galline, conigli, anatre) ed un piccolo allevamento di volatili da collezione. Ci sono spazi coperti dove si può fare attività in caso di maltempo. Collaborare ai “lavori” della fattoria è in questo periodo un buon modo per stare all’aperto e fare attività” prosegue l’Associazione.
“La nostra “casa” è il mini appartamento messo a disposizione in forma gratuita dal Coabi (cooperativa di abitazione); li possiamo sperimentare le attività di autonomia domestica: imparare a cucinare, fare la lavatrice, tenere in ordine e puliti gli spazi ma non solo: è proprio lì che manteniamo le attività di scrittura, lettura e far di conto. Inoltre chi va ancora a scuola è aiutato a fare i compiti. Naturalmente il rapporto sarà 1:1 ovvero un educatore ed un ragazzo con disabilità per evitare assembramenti e mantenere sia la distanza di sicurezza oltre a tutti gli altri accorgimenti necessari ad uscire anche dalla fase 2 e tornare alla normalità desiderata da tutti. Apprendere in sicurezza si può.
In questo periodo di “chiusura” il confronto ci ha permesso di pensare nuovi possibili scenari e di collaborare con altri Enti, Associazioni e Cooperative Sociali. Forse abbiamo unito al pensiero anche il sogno e cosi nell’inattività del momento abbiamo pensato all’importanza del Gruppo Disabilità Faenza e a tutte le sfide che si potrebbero affrontare insieme. Abbiamo sognato un DOPO DI NOI produttivo che possa favorire la protezione dei più deboli e l’attività di ospitalità, che è la vocazione del nostro paese.
Allora, il pensiero è stato che forse questa crisi non è venuta solo per nuocerci, ma anche per risvegliarci, per rimettere in moto la creatività che la necessità richiede, per dare risposte ai nostri ragazzi e rimettere in moto i loro percorsi di vita autonoma ed indipendente che da anni con sacrificio e impegno stiamo percorrendo” concludono I genitori dell’Associazione Genitori Ragazzi con Disabilità.