“Leggiamo su un articolo on line del quodiano “La Repubblica” del 26 maggio 2018: “L’ottima protezione del porto è dovuta alla costruzione di un muro paraonde lungo la diga Sud, che insieme al molo sovraflutto (protetto anch’esso da un muro paraonde) unitamente alla conformazione del porto stesso di Ravenna caratterizzato da un’imboccatura protetta da due dighe convergenti lunghe 3,8 km, rendono Marinara uno dei porti più sicuri e protetti del Mediterraneo”. Un porto turistico certamente sicurissimo, peccato che il muro paraonde non esista, né sulla diga sud né sul molo sovraflutto!” afferma Italia Nostra Sezione di Ravenna.
“In occasione degli annunciati lavori e riasfaltatura del tratto iniziale di circa 2 chilometri della diga foranea Sud Zaccagnini, per i quali il Comitato cittadino e la Pro Loco di Marina di Ravenna hanno domandato un adeguato posticipo, chiediamo quindi all’Autorità di Sistema Portuale, ma anche al Comune di Ravenna e alla società concessionaria dell’area demaniale su cui sorge Marinara, in che modo sia possibile garantire la sicurezza dei cittadini in assenza di un’opera che, lo ricordiamo, era stata obbligatoriamente richiesta dal Genio Civile Opere Marittime e confermata dal parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nella concessione demaniale sipulata dall’Autorità Portuale con la concessionaria Seaser nel 1998, e poi ripresa dalla concessione seguente del 2005. Tale muro, alto 1,3 metri e spesso 80 centimetri, sarebbe dovuto servire a difendere il porto turistico dalla tracimazione biennale, dall’ “onda lunga centenaria” e a protezione dai marosi periodici di scirocco” continua Italia Nostra.
“Ebbene, di quest’opera, pare già pagata oltre un milione di euro, nessuna traccia. Gli enti competenti spieghino perché ai cittadini, e come provvedono, in sua assenza, alla sicurezza del porto turistico, anche rispetto alla forza dei cambiamenti climatici in atto” conclude Italia Nostra.