“Viviamo un momento di emergenza sanitaria, che sta diventando emergenza economica e rischia di diventare forte crisi sociale. In questi momenti é necessario ritrovare il senso di comunità, del vivere insieme nel rispetto delle differenze di ciascuno. Le mediatrici e i mediatori culturali che lavorano con il comune di Ravenna, nelle strutture e nelle scuole del nostro territorio, sono un esempio pragmatico e concreto di chi, da sempre, svolge un lavoro essenziale, spesso nell’ombra” afferma Massimo Manzoli, Capogruppo Ravenna in Comune.
“Il lavoro di mediazione culturale, di integrazione, non è semplice volontariato (come tante volte molti lo considerano) è una professione essenziale per garantire a ogni individuo, soprattutto i più piccoli, che vive nel nostro territorio i diritti minimi costituzionali. Ma è anche un lavoro essenziale per fare in modo che tutte le ragazze e tutti i ragazzi possano essere informati dei doveri di un cittadino, per permettere loro di partecipare alla vita sociale e pubblica di una comunità, per farli sentire parte e non esclusi (ancora peggio si potrebbe dire “rinchiusi” in questo periodo)” continua Manzoli.
“La professionalità che mettono ogni giorno per cercare di integrare bimbe e bimbi, per spiegare alle famiglie le procedure e i passi corretti da compiere, per affrontare assieme alle famiglie tutte le problematiche che possono occorrere in casi di disabilità e fragilità, è una professionalità da mettere in risalto. In questo momento così difficile si sono rimboccati le maniche anche loro, come tutte e tutti, per garantire il miglior servizio possibile alla comunità. A dimostrazione che il loro ruolo educativo e pedagogico è, deve essere, dovrà essere, sempre considerato come quello di insegnati ed educatori. Un ruolo che dovrà essere sempre di più riconosciuto e inserito nei percorsi di programmazione degli istituti e di tutti gli enti competenti” spiega Massimo Manzoli.
“Divulgare queste loro riflessioni non é solo un ringraziamento per ciò che stanno facendo per la nostra comunità, ma anche un modo per aprire una riflessione assieme ai tanti attori in gioco del mondo educativo, che vorranno dare il loro contributo su un tema così importante per l’oggi ma anche per il domani della nostra città” conclude il Capogruppo di Ravenna in Comune.
Di seguito la lettera aperta dai mediatori interculturali di Terra Mia:
“Ormai da tante settimane stiamo vivendo uno stato di emergenza che a volte può essere percepito come paradossale, quasi irreale, ma di fatto, la realtà ci porta a fare i conti con scenari che stanno cambiando molto in fretta.
Per la salute di tutti, ci è stato raccomandato di mantenere una distanza dalle altre persone, uscire il minimo indispensabile, sospendere, almeno per ora, quasi tutte le visite e qualsiasi forma di aggregazione.
Le Mediatrici e i Mediatori Interculturali di Terra Mia Coop. Sociale da sempre fanno della relazione e delle dinamiche che la compongono, lo strumento principale alla base di qualsiasi progettazione, processo e/o intervento; ma in questo clima, con queste premesse, ci siamo dovuti fermare e riflettere sulle possibilità per la nostra macchina a continuare a percorrere i sentieri aperti tra le persone, negli spazi cittadini e nei luoghi della conoscenza, come proseguire il lavoro iniziato da tanti anni ormai, senza la vicinanza fisica? Senza un confronto diretto tra colleghi e colleghe, senza una progettazione dei vari gruppi?
La risposta a questa domanda non poteva e non doveva essere una sospensione in attesa di tempi migliori, al contrario, questa volta la risposta doveva arrivare più puntuale e precisa che mai, e così è stato: consapevoli che i servizi di Mediazione Interculturale siano parte integrante della programmazione didattica scolastica, in grado di incidere sul rendimento scolastico di qualche alunno, abbiamo ridimensionato i nostri interventi affidandoci alle piattaforme on-line, ai telefoni, alle video chiamate…rispondendo il più celermente possibile alle richieste che ci sono pervenute da insegnanti e istituti Scolastici e cercando di sfruttare a pieno tutte le nostre capacità, competenze, professionalità e le strumentazioni a disposizione.
Abbiamo scelto di stare vicino alle famiglie e agli alunni, rispondendo alle loro chiamate e facendo da tramite tra le richieste della scuola e le esigenze delle famiglie. Non tutte le famiglie hanno la possibilità di collegarsi ad internet in qualsiasi momento della giornata, non tutti gli alunni potranno eseguire i compiti che gli sono stati assegnati, non tutti gli alunni capiscono cosa devono fare e lo scoglio della lingua diventa davvero un limite insuperabile. Al di là della lingua, non andare a scuola per alcuni alunni significa isolamento, spaesamento, delusione e sconforto, lasciarli “soli” proprio in questi momenti significa perderli.
Facciamo un appello al “mondo scuola” di sfruttare questo periodo di isolamento per riflettere assieme ai propri alunni sulle tematiche attuali: amore, giustizia, libertà, diritti, tanto per citare alcune; i nostri alunni sono parte della società e alcuni di loro stanno già vivendo situazioni di separazione e di dolore, li aiuteremo di più a prepararsi per la vita che dar loro compiti e nozioni che faranno fatica ad apprendere, visto il momento storico che stiamo e stanno vivendo.
Abbiamo riorganizzato i nostri Sportelli lavorando quotidianamente da remoto, con computer e telefono sempre sottomano, e il massimo impegno per continuare a garantire risposte celeri e servizi adeguati alle esigenze pervenute, con la speranza di azzerare, quanto più possibile, la distanza con i nostri utenti. Quello che siamo riusciti a fare anche da remoto è dar conforto e una parola di speranza ai nostri genitori e alunni. Crediamo fortemente nella relazione e nella didattica in presenza, quello che si riesce a fare in presenza non si riuscirà mai da remoto, ma il periodo che stiamo vivendo ci induce a trovare nuove soluzioni e nuove risposte, ci dà l’opportunità di provare qualcosa di nuovo, di progettare percorsi diversi e di sperimentare nuove strategie.
Terra Mia Coop. Sociale sente su di sé una grande responsabilità nei confronti dell’utenza e degli impegni assunti. Per proseguire l’operato sociale stiamo sfruttando al massimo tutte le nostre risorse e capacità: non abbiamo voluto ridefinire o ridimensionare i nostri obiettivi, e per questo stiamo modificando le strategie fino ad oggi scelte in favore di nuove tecniche e modalità di lavoro che ci consentano di trasformare questa situazione, di emergenza mondiale, nell’opportunità di apprendere nuovi sistemi e processi efficaci ad alimentare l’operato cooperativo e il conseguimento dei principi istitutivi”.