Tra i richiedenti protezione internazionale ospitati presso il Cas (Centro accoglienza straordinario) di Barbiano è stata fatta una raccolta fondi a sostegno dell’ospedale Umberto I di Lugo, da destinare alla gestione dell’emergenza Coronavirus. La somma raccolta e devoluta è di 301,50 euro.
I donatori sono giovani di nazionalità sub-sahariana (nigeriani, senegalesi e guineani) che grazie ai percorsi di integrazione sociale, culturale e lavorativa di Cefal Emilia Romanga si sono ben inseriti nel tessuto sociale della frazione, svolgendo anche compiti di assistenza alle attività della Pieve di Santo Stefano, alle persone più anziane, ai vicini, e ancora lavorano presso alcuni datori di lavoro del luogo.
“Desideriamo restituire un po’ di ciò che ci è stato dato. Ci rendiamo conto che è una goccia nel mare, ma vogliamo contribuire secondo le nostre possibilità” dice Bassirou, senegalese. E Solomon, nigeriano: “In Africa ci sono state anche recentemente delle epidemie gravi, sappiamo cosa vuol dire. Vogliamo che l’Italia si rimetta in sesto il prima possibile”.
“Cefal Emilia-Romagna è molto orgogliosa di ciò che è accaduto – ha dichiarato Matteo Fusconi di Cefal, l’ente che gestisce il Cas di Barbiano -; comportamenti come questo sono il frutto di un lavoro di lungo termine iniziato nel 2014 di concerto con il Comune, con la finalità di superare la provvisorietà della condizione dei richiedenti protezione internazionale e favorire un inserimento vero e proprio nel tessuto sociale che li circonda”.
“I ragazzi stanno vivendo questo momento di grande emergenza con responsabilità e attenzione – dichiara Luca Piovaccari, sindaco di Cotignola -, dimostrando solidarietà, gratitudine e senso di appartenenza alla comunità che li ha accolti, offrendo un contributo concreto su una sfida che possiamo vincere solo tutti insieme”.