Torna sul tema della sanità e del Pronto Soccorso Alberto Ancarani, candidato al consiglio regionale con il centrodestra e capogruppo di Forza Italia a Ravenna:
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Risale a sole due sedute fa il consiglio comunale straordinario richiesto dall’opposizione con il sottoscritto come primo firmatario, nel quale si chiedeva conto alla direzione aziendale circa i numerosi disservizi presenti presso il nosocomio ravennate, a partire dal Pronto Soccorso.
La risposta della direzione solo parzialmente ammetteva i problemi salvo sostenere che l’abitudine dei ravennati sarebbe più radicata rispetto ad altre città dell’area vasta nell’usare il P.S. come sostitutivo delle inefficienze o dell’assenza di una medicina territoriale sufficientemente pronta.
Ancora una volta nella giornata di ieri, e proprio mentre veniva presentato in pompa magna il nuovo primario del Pronto Soccorso è stata un’altra giornata di tregenda per coloro che accedevano.
Anziani tenuti a bagnomaria anche per nove ore, situazioni ai limiti della decenza.
Ma se la medicina territoriale non funziona a dovere, se le case della salute promesse come la soluzione di tutti i mali all’atto della creazione dell’azienda unica non sono ancora pronte e quelle che sono state aperte non rispettano gli standard che erano stati annunciati e previsti nei singoli progetti di ognuna di esse è forse colpa dell’opposizione o lo è di chi governa la regione, dunque la sanità e le conseguenti nomine di dirigenti che devono prendere decisioni per il bene dei cittadini-pazienti e non per salvaguardare le loro carriere?
Non sarebbe forse da rivedere anche tutto il sistema di valutazione e smistamento del triage, obbligandolo ad avere il coraggio di inviare pazienti palesemente codici bianchi “alla scala verde” della guardia medica in caso di “fuori orario”, anziché far pensare che per evitare l’assunzione di eccessive responsabilità, si finisca con il riempire di codici verdi le sale d’attesa del PS?
Se poi corrispondesse al vero l’idea di creare il “fast track”, ovvero un accesso semi diretto ad alcuni specialisti, non solo per le fratture come invece già funziona giustamente a Cesena, si creerebbe la situazione per cui il paziente, dal triage, verrebbe spedito direttamente in reparto (come una donna gravida per intenderci), con la conseguente inevitabile creazione di lunghe file alle porte dei reparti “dis-educando” ulteriormente il cittadino a bypassare nuovamente il medico di medicina generale dato che in p.s.,anche con un piccolo disturbo, in 2 ore si avrebbe lo specialista a disposizione.
E’ altresì da segnalare che l’eccesso di consulenze dal pronto soccorso ai vari specialisti di reparto rallenta il deflusso e sguarnisce i reparti aumentando l’inefficienza generale.
Ora, se in AUSL Romagna le spese per la burocrazia interna sono in costante aumento rispetto a quelle per i servizi ai cittadini, e la burocrazia ha a capo proprio chi deve prendere le decisioni che pongano rimedio anche a fenomeni quali quelli sopradescritti ci sarà qualcosa che non funziona, oppure no?”