É dalla triste presidenza della regione Emilia-Romagna a firma Vasco Errani che l’Ospedale di Ravenna e, più in generale, la sanità pubblica ravennate, sono scientemente trascurate tanto da rendere la nostra città la Cenerentola della Romagna anche in campo sanitario.
E per quanto riguarda il futuro della cura dei ravennati lo scenario é ancor più preoccupante.
A cominciare dalla recente ripartizione dei fondi per l’edilizia sanitaria, decisa dalla Giunta Bonaccini, che destina a Ravenna la misera cifra 3,7 Milioni sui 320 milioni totali stanziati, che non verranno utilizzati per l’ammodernamento e/o l’ampliamento del nostro Nosocomio, bensì per la costruzione di una palazzina destinata ai servizi amministrativi!
Per contro, a Cesena arrivano ben 156 milioni di euro per il nuovo Ospedale e a Rimini ben 8,2 milioni di euro per la costruzione della nuova casa della salute.
E c’è da credere che il nuovo Ospedale di Cesena, il cui investimento é passato sotto silenzio con la complicità del Pd di Ravenna, non appena funzionante, darà il colpo di grazia all’Ospedale di Ravenna.
Lo sanno perfettamente il personale medico, infermieristico e dei servizi. Personale spesso bistrattato, per nulla incentivato o premiato, costretto a turni massacranti anche a causa del blocco delle assunzioni e spesso alle prese con strumenti e tecnologie in gran parte obsolete, non adeguate e in certi casi addirittura non funzionanti.
A Cesena verranno concentrate le eccellenze e le tecnologie più moderne e avanzate, mentre l’Ospedale di Ravenna subirà un ulteriore declassamento con effetti negativi sulla qualità dei servizi sanitari elargiti.
Già ora, lo stato “comatoso” del Pronto Soccorso ravennate, che da troppi anni é alle prese con problemi di spazi inadeguati e di personale insufficiente, pare non destare l’interesse della nostra amministrazione e di quella – compagna di partito – della nostra Regione.
E come non parlare della riduzione dei posti letto, conseguenza anche delle chiusure degli ospedali in diversi comuni del ravennate, che costringe ad appoggiare pazienti della medicina in altri reparti specialistici. Con tutti i disagi che ne conseguono.
E sono molteplici le criticità dei vari reparti che da troppi anni non trovano soluzione, come l’ampliamento della pediatria (intervento ormai non più procrastinabile)e la riorganizzazione del reparto di ginecologia e ostetricia, solo per citarne alcuni.
Altro triste capitolo: le Case della Salute. Strutture che non sono in grado di elargire i servizi necessari alla popolazione residente che, conseguentemente, continua ad essere costretta a recarsi al Santa Maria delle Croci, al CMP, ecc.
E se si apre la questione “prenotazioni visite ed esami” ci si affaccia ad un mondo di disagi ed incongruenze.
Il primo gennaio 2014 ha visto la nascita del sistema unico dell’Ausl Romagna per la prenotazione di visite, esami e accertamenti diagnostici. Peccato che in questi anni non si sia mai portata a termine l’integrazione delle 4 Aziende Sanitarie coinvolte.
Questa grave mancanza fa si che le prenotazioni tramite la farmacia, ad esempio, possano essere prenotare solo nella provincia di riferimento. Ovvero: se si prenota una prestazione sanitaria in una farmacia di Ravenna, si ha la possibilità di farlo solo presso le strutture della nostra provincia. Pertanto, se si desidera prenotare la prestazione sanitaria in una struttura al di fuori della nostra città, perché magari garantisce una tempistica più celere, occorre recarsi in una farmacia della provincia ove ha sede tale struttura. Assurdo, a dir poco, se si considera anche che quando si contatta il numero verde, la voce automatica chiede di selezionare la provincia di interesse (Ravenna, Cesena, Forlì o Rimini) ma se per disgrazia, la data proposta non soddisfa le esigenze del paziente o la struttura non assegna un tempo ragionevole per la prestazione, l’utente deve rifare tutto il percorso di prenotazione.
Proprio per cercare di porre fine a questi disagi, noi della Lista Civica La Pigna abbiamo presentato alcuni mesi fa al Consiglio Comunale di Ravenna, una mozione che chiedeva l’attivazione di un Cuptel Unico dell’Emilia-Romagna, così come accade in altre regioni, peraltro. Contestualmente, abbiamo avanzato la proposta di aprire alla possibilità di prenotare visite ed esami specialistici direttamente dal medico di base che li prescrive, oltre ai canali già in uso. Pratica già sperimentata in altre regioni e che ha già portato ingenti vantaggi per l’utenza.
Tutte proposte bocciate dalla maggioranza targata Pd-PRI che sostiene il Sindaco de Pascale.
Eppure tra le 25 cariche che de Pascale ricopre attualmente – oltre a quella di Sindaco – vi é anche quella di Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, che tra i suoi compiti ha quello di “assicurare l’equa distribuzione delle risorse fra i diversi ambiti distrettuali, in rapporto agli obiettivi di programmazione e riequilibrio, alla distribuzione ed alla accessibilità dei servizi ed ai risultati di salute.”
Va da se che questa equa distribuzione non sia affatto assicurata ai cittadini ravennati, nonostante la nostra città sia la prima tra i Comuni della Romagna, con ben il 14,01 per peso della popolazione residente davanti a Rimini (12,72) e Forlì (10,61).
Insomma, per de Pascale, Bonaccini e per il loro amato Pd, Ravenna é e deve restare la cenerentola della Regione anche per quanto riguarda la sanità e i ravennati devono convivere con disagi e prestazioni più scadenti.