Nel pomeriggio di domenica scorsa, una volontaria dell’ENPA di servizio nel canile municipale ha notato (anche facendone un video) che un uomo si stava aggirando nel parco riservato allo “sgambamento” dei cani, zona nella quale è vietato al pubblico entrare senza l’accompagnamento di un addetto. “L’uomo”, ricostruisce Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale, “era penetrato direttamente dal parcheggio esterno perché lunedì 9 dicembre la vecchia cinta muraria, causa lo stato di grave degrado capace di compromettere l’incolumità dei passanti, era stata abbattuta. Per ragioni di servizio, di giorno restano aperti nella struttura i cancelletti di accesso ai box dove i cani sono alloggiati, nonché la porta da cui si entra in cucina, nella stanza cuccioli e nell’ambulatorio medico. Qualsiasi eventuale malintenzionato che entri abusivamente nel canile potrebbe dunque sottrarre uno o più animali o addirittura “liberarli”, così da raggiungere facilmente la strada statale a fianco, oppure compiere altri atti di asportazione o di vandalismo.
Che un intervento sulla cinta muraria si imponesse era risaputo da molti anni. Ciò che invece ha stupito i volontari dell’ENPA è che la sua demolizione sia stata effettuata senza provvedere a dotare l’ampia area così posta a nudo di una copertura provvisoria che non la rendesse visibile dall’esterno, in particolare dalla statale Romea Nord, esponendo i cani custoditi nei box come in una grande vetrina. Hanno anche fatto notare all’amministrazione comunale che questa esibizione avrebbe potuto invogliare qualcuno ad entrare nel parco, potendo arrivare ai box anche con le peggiori intenzioni.
Rilancio dunque la richiesta che il Comune provveda affinché, nell’immediato, la parte interna al canile non sia visibile da fuori, e successivamente venga opportunamente recintata in maniera stabile. Il parco è peraltro pieno di sconnessioni e di buche che potrebbero produrre danni fisici a chi, penetrandovi inconsapevole del divieto di accesso, subisse inciampi o cadute, potendo poi chiederne il risarcimento all’amministrazione. Chiedo al sindaco se e come intende provvedere al riguardo”.