A quando la messa in pratica del principio “chi inquina paga?”, lo chiede Legambiente in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, dopo aver esaminato i dati negativi riguardanti la “Bassa Romagna”.
Il piano regionale pone infatti come obiettivo al 2020 una riduzione dei rifiuti urbani pro-capite di almeno il 20-25% rispetto al 2011 e una raccolta differenziata al 73%. Risultati tutt’altro che impossibili da raggiungere a guardare i dati riferiti al 2018 disponibili sul sito di Arpae. Un terzo dei comuni dell’Emilia-Romagna ha infatti già raggiunto l’obiettivo per quanto riguarda la raccolta differenziata.
“Purtroppo su questo terreno i comuni della Bassa Romagna sono molto indietro – ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiene “A. Cederna” – sia per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata, sia per la quantità di rifiuti totali prodotti”.
Elaborando i dati di Arpae è infatti possibile notare come il migliore comune della Bassa Romagna, Massa Lombarda, si piazzi al 163° posto su 331 con una raccolta differenziata al 67,9%, seguono Bagnacavallo 189a con 63,8% Fusignano 190a con 63,7%, Alfonsine 191a con 63,3%, Lugo 200a con 60,7%, Sant’Agata sul Santerno 201a con 60,4%, Conselice 206a con 59,6%, Cotignola 227a con 54,3%, Bagnara di Romagna 241a con 51,5%. Inoltre negli ultimi anni le percentuali di raccolta differenziata sono salite solo di qualche punto percentuale (in alcuni casi sono addirittura diminuite), appare quindi improbabile che possano essere raggiunti gli obiettivi al 2020.
Ma ancora prima della raccolta differenziata è importante ridurre la quantità di rifiuti urbani prodotti: non a caso il piano regionale pone come obiettivo una riduzione del 20-25% rispetto ai dati del 2011 e anche qui il panorama è negativo, se infatti Cotignola fa registrare in 8 anni una riduzione del 20% e Bagnara di Romagna del 15%, altri comuni della Bassa Romagna hanno visto in questi anni addirittura crescere il quantitativo di rifiuti per ogni abitante: in particolare Fusignano, Massa Lombarda e Bagnacavallo si attestano attorno ad un incremento del 15%.
I dati del rapporto “Comuni Ricicloni” di Legambiente che nei giorni scorsi ha premiato i comuni più virtuosi dimostrano come sia possibile anche nella nostra regione una riduzione considerevole dei rifiuti prodotti e percentuali di raccolta differenziata superiori all’80%, arrivando quindi a dover smaltire solo 40-50kg di rifiuti indifferenziati l’anno per ogni abitante. Viceversa, nei comuni della Bassa Romagna questo quantitativo supera abbondantemente i 200 kg/abitante, arrivando in alcuni casi a sfiorare i 300 kg annui: quasi un chilogrammo al giorno.
“Non bastano le campagne di sensibilizzazione per sollecitare i cittadini ad essere più bravi – ha dichiarato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente “A. Cederna” – per innescare un circolo virtuoso è necessario applicare il principio “chi inquina paga” con la raccolta porta a porta e la tariffazione puntale, in cui si pagano i rifiuti effettivamente prodotti. L’obiettivo prioritario deve essere infatti la riduzione dei rifiuti, che si potrebbe raggiungere penalizzando l’eccesso di imballaggi, ma anche responsabilizzando le imprese produttrici e distributrici. Tra le misure possibili ci può essere la vendita di bevande in contenitori da restituire su cauzione, come si faceva fino a pochi anni fa, mentre la stessa raccolta differenziata dovrebbe essere finalizzata all’effettivo riciclaggio tramite conferimento premiato nelle isole ecologiche”.