Non solo un convegno, e non di quelli in cui è frequente imbattersi, ma una approfondita e completa analisi di un sistema, quello dei trasporti; e l’annuncio di un importante passo: la firma di un Protocollo d’intesa tra Confcommercio provincia di Ravenna e FAI Romagna, la Federazione Autotrasportatori italiani di cui è Presidente Pietro Rambelli.
“Autotrasporto tra tariffe, controlli e scurezza” è il titolo del convegno che si è svolto nei giorni scorsi, presso la sala Bini di Confcommercio Ravenna, e che ha esposto i temi e i problemi di questo lavoro. L’incontro, condotto dalla giornalista Elena Nencini, ha visto sul palco i vertici e le rappresentanze delle due Associazioni di categoria e di professionisti del settore, e tra il pubblico anche gli studenti di due classi dell’Istituto tecnico industriale Nullo Baldini – indirizzo trasporti e logistica – accompagnati da loro insegnanti.
All’incontro hanno partecipato Mauro Mambelli Vice Presidente Confcommercio Emilia-Romagna, Paolo Caroli Presidente Confcommercio Faenza, Corrado Caviglia Consulente del Lavoro FAI Federazione Autotrasportatori Italiani, Barbara Tomi Studio Legale Tomi – Settore Autotrasporti, Giuseppe Montagnese Segretario FAI Ferrara e Rovigo e FAI Romagna, Andrea Manfron Segretario Generale F.A.I. Federazione Autotrasportatori Italiani e Paolo Uggè Presidente F.A.I. Federazione Autotrasportatori Italiani, Vice Presidente Conftrasporto e Vice Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia.
Con la firma del Protocollo, da un lato nasce questa collaborazione che porterà nuovi punti di vista all’interno di Confcommercio provincia di Ravenna su tematiche come logistica, infrastrutture, e trasporti. Mentre per gli associati della F.A.I. si amplierà l’offerta per servizi e competenze professionali oltre che l’opportunità per nuove connessioni e sinergie fra le stesse imprese.
Infine, l’ampliamento della base associativa rappresenterà un migliore e più efficace interlocutore con le Istituzioni del territorio.
Consegnate anche le prime tessere della neocostituita FAI Romagna a Pietro Rambelli, Ermes Timoncini, Michele Forti, Michele Serafini, rispettivamente Presidente e membri del Consiglio Direttivo.
“Veniamo dal recente Forum di Cernobbio – ha detto il presidente Paolo Uggè in cui abbiamo ribadito l’intenzione e l’invito a un confronto con il Ministro competente. Nell’immaginario collettivo, il trasporto su gomma equivale all’idea di inquinamento; ma abbiamo spiegato cosa ha fatto finora proprio la categoria dell’autotrasporto per contenere l’inquinamento. I dati ufficiali, quelli scientifici a cui fa riferimento la stessa Comunità europea, mostrano che l’Italia ha abbattuto questa causa di inquinamento facendo tra il 1991 e il 2018 di più di molti altri Paesi europei. Lo stesso inquinamento da circolazione di mezzi pesanti incide al 4,6% del complesso, quando il settore energetico pesa per il 35%, e il 27% il manifatturiero. Le emissioni diminuite in questo periodo per il 29,7% mostrano gli effetti di iniziative prese. Il parco mezzi circolante effettivamente è ‘ante euro 3’ per il 60%, quindi resta ancora molto da fare; abbiamo suggerito di destinare risorse funzionali alla sostituzione del parco circolante, per ulteriore abbattimento delle emissioni. Nemmeno gli impegni sulla destinazione di risorse in rapporto al PIL vengono rispettati; nemmeno le risorse già destinate vengono interamente spese. Si può discuterne se ci confrontiamo; ma finora il Ministro non ci ha concesso il confronto, e stiamo esaminando iniziative possibili come un blocco dei trasporti, perché se non c’è il confronto, la conseguenza inevitabile è lo scontro.
Il focus va poi puntato sulla vera questione dolente, che è il nostro sistema infrastrutturale carente, sui collegamenti portuali, sulla congestione del traffico: perché va ricordato che 1 mezzo Euro 6 in coda a 1 km l’ora, inquina di più di un Euro 0 in marcia.
Un confronto con il Governo è necessario anche per la questione – di primaria importanza – del ‘dumping sociale’: i costi del lavoro, sempre più bassi, negli ultimi Paesi entrati nell’Unione europea. Per fare un esempio a noi vicino (e nemmeno il più clamoroso), la Polonia, che ha con l’autotrasporto il 3% del PIL, conduce il 75% del trasporto in Paesi dell’Unione europea. L’Italia ha ridotto dal 40 al 20%: noi abbiamo una ‘palla al piede’ che ci impedisce di correre, una politica dei trasporti che penalizza il Paese. Preoccupa il quadro del valico delle Alpi: il Traforo del Monte Bianco chiuderà per interventi di manutenzione; Genova ha subìto il crollo del ponte Morandi; il Fréjus h 150 anni; e in più, Austria e Tirolo vogliono ridurre il passaggio di circolazione delle merci. Il rischio di perdita di competitività del sistema economico italiano è alto, e va affrontato il rischio che le imprese italiane si trovino davanti al bivio se chiudere o andare all’estero.
Ecco perché Confcommercio. Il mondo associativo è la realtà che può dare risposte, attraverso una rappresentanza politica, con una persona dedicata e un ufficio che Confcommercio ha a Bruxelles”.
Ma anche per affrontare le sfide della crescita: sempre di più, l’autotrasporto evolve in servizio alla logistica. Le imprese di autotrasporto sono chiamate a dare servizi a valore aggiunto, ad essere punto di raccordo tra magazzinaggio, movimentazione, produttori”.