La Giunta comunale ha deciso di realizzare una nuova scuola materna a San Michele. Il progetto di fattibilità tecnico economica verrà sottoposto al parere del Consiglio territoriale di Piangipane al termine di un’assemblea pubblica convocata a San Michele per mercoledì prossimo alle 20.30 presso il circolo Endas, presenti il sindaco e l’assessore all’urbanistica. Lista per Ravenna ha deciso di lanciare in proposito una petizione, che ha come primo firmatario Michele Parini, residente nella località, e come secondo Nicola Carnicella, vice-presidente del Consiglio territoriale di Piangipane. Di seguito il testo base, che potrà essere modificato, prima di procedere alla raccolta delle firme, in seguito ai contenuti e all’esito dell’assemblea pubblica, a cui perciò parteciperà anche il capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale, Alvaro Ancisi. Di seguito il testo della petizione.
“Non si dia corso alla costruzione di una nuova scuola materna nel parco di via Pietro da Rimini a San Michele, che l’ordinamento urbanistico destina esclusivamente a verde pubblico della zona residenziale locale. La scuola attuale può continuare ad essere ospitata, in condizioni di sicurezza/efficienza e di valido servizio pedagogico e sociale, in una metà dell’edificio scolastico storico costruito nell’anno 1900 (il secondo più antico di Ravenna).
Nel progetto si dichiara di voler trasferire la scuola materna, costruendone un nuovo edificio, allo scopo di risanare e restaurare per intero tale storico palazzo, per l’altra metà abbandonato da anni.
Fermo restando che è comunque assolutamente sconsigliato consumare verde pubblico, questa ipotesi non può nemmeno essere presa in considerazione, mancandone tuttora perfino l’idea progettuale. Il minimo che occorre – obbligatorio per legge in qualsiasi amministrazione che spenda o investa denaro o proprietà pubbliche – è invece un progetto di fattibilità tecnico economica dell’opera, peraltro imponente, il quale, oltre all’impianto strutturale della proposta edilizia, ne chiarisca bene i costi (sicuramente milionari per via dell’antichità e della dimensione dell’edificio, pari a 1.120 metri quadrati su due piani, nonché dei vincoli archeologici). Ma è soprattutto indispensabile sapere come l’intervento sarà finanziato, dato che non figura nel piano triennale degli investimenti dell’Amministrazione e neppure se n’è mai parlato in Consiglio comunale. Il Comune non ha peraltro alcun obbligo giuridico di mettere a norma antisismica l’edificio, essendo stato costruito prima che ne entrasse in vigore la legge in materia. Senza sapere come, con quanti soldi e pagati da chi, per quale nuovo utilizzo compatibile coi vincoli monumentali, e soprattutto con quali tempi, effettuare “l’adeguamento sismico, la riqualificazione edilizia, l’abbattimento delle barriere architettoniche e il recupero” del vecchio edificio da abbandonare (così è scritto nel progetto della Giunta comunale in discussione), pone a rischio il mantenimento anche della sua metà non malmessa, a cui dà vita e vitalità proprio l’attuale scuola materna. Basta leggere come essa ne parli nel suo sito internet: “Si trova in un contesto privilegiato di quiete, calma perché ubicata in un piccolo paese agricolo. Punto di forza è l’ampio ed ombreggiato giardino antistante l’edificio, dotato di numerose macrostrutture, utili per i progetti di autdoor educazion. La scuola è stata ristrutturata e messa a norma nell’anno 2007 anche con il rifacimento del tetto e nel 2016 è stato tinteggiato l’interno”.
Il nuovo edificio da due sezioni per 54 posti è peraltro contraddetto dal basso numero dei frequentanti, che da quest’anno, essendosi ridotti a soli 25, di cui appena 10 residenti a San Michele, di cui appena 2 nuovi iscritti da settembre, compongono una sola sezione. I potenziali prossimi utenti, nati negli ultimi tre anni e residenti a San Michele, ma certo solo in parte interessati ad iscriversi qui, sono 17.
Quando servono nuove strutture per l’infanzia, si tende inoltre a costruire dei Poli per l’Infanzia da 0 a 6 anni, che comprendono, accanto a due sezioni di Scuola materna, due sezioni di Nido.
Non si giustifica dunque costruire un edificio da 800 mila euro pubblici per una sola sezione di Scuola materna, peraltro non comunale, ma statale. Lo Stato potrebbe peraltro anche chiuderla se il numero dei bambini scendesse ulteriormente”.