Lunedì 23 settembre, alle 9, nella succursale del liceo scientifico Oriani, in via Marconi 10 (Istituto Morigia) verrà presentata la mostra È solo un gioco innocente? Dalla ludopatia al gioco d’azzardo patologico.
All’inaugurazione saranno presenti l’assessora alla Cultura Elsa Signorino, l’assessora alle Politiche Giovanili Valentina Morigi, Vittorio Foschini di AUSL Romagna e Gianni Savron, medico psicoterapeuta e membro dell’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio.
La mostra, che si compone di 15 pannelli didattici, è frutto di un lavoro svolto dagli allievi della II A e IV C del liceo scientifico Oriani di Ravenna (anno scolastico 2018 – 2019) nell’ambito del progetto È solo un gioco innocente? Dalla ludopatia al gioco d’azzardo patologico. Storia del contrasto al gioco d’azzardo attraverso i documenti dell’Archivio storico comunale di Ravenna. Divieti e strategie dal XVI secolo al 2018, ideato dallo stesso liceo scientifico Oriani e dall’Archivio Storico Comunale di Ravenna – Istituzione Biblioteca Classense e risultato vincitore del concorso di idee per la valorizzazione dei beni culturali “Io amo i Beni Culturali”, bandito dall’IBC della Regione Emilia-Romagna.
I beni culturali valorizzati dal percorso espositivo sono, tra gli altri, due splendidi giochi a stampa della collezione classense (pannello 1 e 15), una pagina degli antichi Statuti del Comune di Ravenna che contiene la rubrica contro il gioco d’azzardo (Cancelleria 3) e 8 bandi della collezione dell’Archivio storico con date dal XVI al XIX secolo (pannelli dal 2 al 10). In tutti i bandi si cerca di ostacolare, vietare o almeno regolamentare i giochi d’azzardo che sono moltissimi, di carte e di dadi, fino a giungere alla tombola e al lotto. Piuttosto interessante il bando del cardinale Luigi Valenti Gonzaga che li elenca, portandoci così a conoscenza dei vari tipi di gioco d’azzardo in voga in Romagna e a Ravenna sul finire del XVIII secolo, alla vigilia della Rivoluzione francese.
Il concorso “Io amo i beni culturali”, giunto all’ottava edizione, ha premiato 10 progetti nella sezione musei, 5 nella sezione archivi e 5 nella sezione biblioteche. L’obiettivo del concorso è avvicinare i giovani al patrimonio culturale e alle istituzioni che lo conservano, favorendo la loro partecipazione attiva e creativa e sostenendo la crescita di cittadini autonomi e consapevoli. Il progetto del liceo scientifico di Ravenna e dell’Archivio storico comunale di Ravenna – Istituzione Biblioteca Classense ha vinto il primo premio per la sezione archivi, aggiudicandosi un contributo di € 4000,00.
L’idea vincente del progetto ravennate è stata quella di abbinare alla valorizzazione di un bene culturale un tema sociale di attualità sul quale varie istituzioni e associazioni stanno portando avanti riflessioni e azioni concrete di sostegno nei confronti dei soggetti ludopatici.
Per la preparazione al concorso i ragazzi hanno avuto la possibilità di accedere all’Archivio e selezionare i bandi più significativi che riguardano i divieti al gioco d’azzardo.
L’ideazione del progetto è oggetto di una mostra con pannelli e commenti redatti dagli studenti.
L’associazione PUC (Psicologia Urbana e Creativa) assieme ad ALEA (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio), con Michela Balestra, Laura Casanova, Samuela Foschini, Simonetta Guerrini e Gianni Savron ha effettuato due incontri formativi, nel corso dei quali è stato possibile esperire giocando alcune dinamiche di gioco ricreativo e d’azzardo.
L’intento del laboratorio è stato quello di giungere alla consapevolezza dei vissuti emotivi, cognitivi e comportamentali nel corso dei vari giochi al fine di porre un approccio salutare e spensierato ai giochi ludici e un atteggiamento attento ai rischi connessi ai giochi che implicano l’azzardo.
Hanno consentito la realizzazione del progetto l’assessora Valentina Morigi, Renato Miglio (coordinatore del SUAP), il preside Gianluca Dradi, Claudia Foschini (Archivio storico comunale di Ravenna) e i professori del liceo scientifico Maria Grazia Lenzi e don Francesco Furlan.