Per il sesto anno consecutivo l’Osservatorio della CNA ha misurato il livello della pressione fiscale complessiva che grava sulla piccola impresa assunta come punto di riferimento del sistema imprenditoriale italiano. Sono stati presi in esame i numeri di 141 comuni del Paese (in prevalenza capoluoghi di provincia) e interessa quattro realtà comunali del nostro territorio: Ravenna, Faenza, Lugo e Cervia.

Se il dato generale presenta un risultato positivo su scala nazionale – il peso del fisco su artigiani e piccole imprese è, infatti, diminuito scendendo al 59,7% contro il 61,2% del 2018 pur rimanendo ancora la più elevata dell’Eurozona – è importante analizzare nel dettaglio i dati espressi dalle quattro realtà locali prese in esame.

La prima valutazione riguarda  il Total Tax Rate dei quattro comuni del nostro territorio che sono perfettamente in linea con l’andamento complessivo nazionale, cioè in flessione rispetto al 2018: Ravenna che passa dal 60% al 58,6% con una riduzione dell’1,4%; Faenza dal 56,4% al 55,7% con una flessione dello 0,7%; Lugo dal 59,7% al 59,2%, meno 0,5%; Cervia dal 63,3% al 61,6%, meno 1,7%. E’ bene evidenziare che la diminuzione media del Total Tax Rate su scala nazionale è stata dello 0,5%.

Le posizioni dei comuni della nostra provincia su scala nazionale sono le seguenti segnalando, per la precisone, che nel 2018 sono state prese in esame 137 realtà contro le 141 del 2019: Ravenna che guadagna 4 posizioni scendendo dalla 59esima alla 55esima, Faenza che rimane sostanzialmente stabile dalla 13esima alla 14esima, Lugo che passa dalla 48esima alla 69esima e, infine, Cervia che va dalla 104esima alla 109esima.

Relativamente al quadro regionale questa è la classifica del Total Tax Rate che si delinea per il 2019: Imola (54,45%), Faenza (55,7%), Reggio Emilia (56,8%), Ferrara (58,3%), Ravenna (58,6%), Modena (58,6%), Rimini (58,8%), Lugo (59,2%), Piacenza (60,2%), Cesena (61,0%), Parma (61,2%), Forlì (61,3%), Cervia (61,6%), Bologna (68,7%).

“Molto, insomma, rimane ancora da fare per arrivare a un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese. A nostro parere occorre, quindi, agire senza indugio prima di tutto per semplificare il sistema, ancora molto complesso”. E’ quanto affermano Pierpaolo Burioli e Massimo Mazzavillani, rispettivamente presidente e direttore della CNA.

“Sette sono le principali linee di azione – proseguono Burioli e Mazzavillani:

– ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, partendo dai redditi medio-bassi, utilizzando le risorse provenienti dalla “spending review” e dalla lotta all’evasione;

– rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi;

– rendere l’IMU pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa a partire già dall’anno d’imposta 2019;

– definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap e aumentare la franchigia Irap ad almeno 30mila euro;

– rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli ai valori di mercato ad invarianza di gettito;

–  agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti;

– evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica BtoB, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del “reverse charge” attualmente previsti, lo “split payment” nonché la ritenuta dell’8 per cento applicata sui bonifici relativi a spese per cui sono riconosciute le detrazioni fiscali.