Nonostante le parole di ottimismo espresse dal Sindaco de Pascale sul futuro del porto, restano forti le perplessità e le preoccupazioni per il futuro dello scalo ravennate.
Certamente non ci tranquillizzano le affermazioni di de Pascale sulle assicurazioni ricevute dal Ministro delle Infrastrutture che ha garantito che metterà in campo tutte le azioni necessarie a garantire il successo del “progettone”. Troppo volte in passato abbiamo visto Ravenna messa in secondo piano dai palazzi romani e soprattutto quando questi erano occupati dal PD.
Nella speranza che le vicende giudiziarie vengano prontamente chiarite, non possiamo permetterci ulteriori slittamenti e farci trovare impreparati ad affrontare l’emergenza. Ravenna ha esaurito il suo tempo, in un mercato in cui la concorrenza è sempre più agguerrita e occorre proporsi con efficienza, competitività e prontezza. Ogni giorno di ritardo può risultare determinante per il rilancio o l’affossamento del porto.
Fondali limitati come quelli attuali dello scalo ravennate sono sempre più penalizzanti, ogni centimetro in più di pescaggio significa tonnellate di merci movimentate, significa riduzione di costi, significa che molte navi potrebbero entrare con maggiori carichi, significa un incremento significativo di tutto l’indotto.
Senza dimenticare la normale attività di manutenzione che deve essere garantita e la cui importanza è vitale per la sopravvivenza del porto. Se non vengono effettuate sistematicamente e senza ritardi, ogni altra attività risulta inefficace e il rischio di declassamento di diverse banchine è più che concreto.
Il porto è la principale economia del nostro territorio e l’impatto negativo sul tessuto locale che deriverebbe da ulteriori ritardi sarebbe gravissimo: perdita di competitività e conseguente perdita di posti di lavoro. E le possibilità attirare investitori, se disperse, difficilmente vengono recuperate.
E tutto questo dopo il blocco delle attività estrattive promesso dal nuovo governo che rende vano tutto il lavoro svolto in questi mesi per effettuare le modifiche necessarie a tutelare il distretto offshore ravennate. Probabilmente i vertici locali e nazionali del PD non si rendono conto che disperdere il know out acquisito in tanti anni significa non recuperarlo più.
Il nostro territorio presenta già oggettive difficoltà del tessuto economico con un turismo che non decolla e la chiusura di molte attività. Il rischio di un “declassamento” dello scalo portuale non possiamo proprio permettercelo. Occorre agire con tempestività e prontezza per garantire un futuro economico al nostro territorio. Il Sindaco non può attendere, deve agire con lucidità ed efficacia e interagire prontamente e costantemente con il governo per non rischiare di disperdere il lavoro fin qui effettuato. Ravenna non può permetterselo e non ha più tempo.