Per qualcuno Dante è una questione…di famiglia: lo racconta l’editore fiorentino Daniele Olschki – erede di un’illustre tradizione inauguratasi nel 1866 con il bisnonno Leo Samuel – nel secondo dei quattro appuntamenti di Dante Hors d’Oeuvre. Questo “antipasto” in piccole letture dantesche, che coinvolgono non dantisti ma professionisti di altri settori in una narrazione tutta attorno a Dante, precede l’apertura della nona edizione del festival Dante2021, che da mercoledì 11 a domenica 15 settembre – tra incontri, spettacoli, concerti – ci ricorda una volta ancora che siamo proprio noi quella “futura gente” a cui il Poeta intende rivolgersi. Giovedì 5 settembre, alle 17 nella Sala Dantesca della Classense, con Dante Alighieri: una questione di famiglia Daniele Olschki ripercorrerà la propria storia familiare, senza dimenticare che proprio nelle sale della Biblioteca ravennate si conserva la splendida collezione dantesca, acquistata dal bisnonno nel 1905, che comprende tutte le principali edizioni a stampa della Commedia fin dai primi incunaboli. Per l’occasione, introdurrà l’incontro Maurizio Tarantino, Direttore della Biblioteca nonché dirigente alla Cultura del Comune di Ravenna.
Corre l’anno 1883 quando Leo Samuel Olschki, figlio di un tipografo della Prussia Orientale, decide di trasferirsi in Italia, attratto dalla prospettiva di coltivare un’attività editoriale grazie al fertile humus degli studi classici e dei fermenti post unitari. Prima a Verona, poi a Venezia e infine a Firenze, Leo Samuel si distingue rapidamente per la capacità d’individuare e stimare preziosi cimeli, tra incunaboli e cinquecentine, e per la padronanza di ben sette lingue – latino e greco compresi. E, nel 1889, fonda la rivista «L’Alighieri», primo omaggio al Poeta che resterà la sua grande passione e un punto di riferimento a tutt’oggi presente nella produzione della Casa Editrice. Insomma, un esordio che ha segnato la storia della famiglia, sviluppatasi sotto il segno di Dante per ormai cinque generazioni. Lo stesso marchio editoriale (globo e doppia croce con le iniziali dell’editore, ispirato a quello del tipografo Lazaro de’ Soardi attivo a Venezia tra fine Quattrocento e primi anni del Cinquecento) apparve per la prima volta nelle Figure dantesche di Giuseppe Crescimanno (1893). Risale invece al 1911 l’edizione monumentale della Commedia con prefazione di d’Annunzio e incisioni del 1491; cent’anni dopo il commento a cura del grande dantista americano Robert Hollander.
D.H.O. continua venerdì 6 settembre, questa volta al Caffè Letterario ma sempre alle 17, con Il mio Dante: da L’inferno di Topolino alle traduzioni in cinese e giapponese della Commedia, in compagnia di Emanuele Banfi, glottologo dell’Università di Milano-Bicocca.