Produzione di pere molto più che dimezzata, raccolta di ciliegie – dalle precoci alle tardive – praticamente azzerata, danni per i coltivatori di albicocche che si prevedono già alquanto pesanti. La frutta di stagione della Romagna, per via di questa primavera climaticamente anomala, caratterizzata da pioggia persistente, rischia di sparire dagli scaffali con gravi ripercussioni sui bilanci delle aziende agricole, ma anche per i consumatori. Lo afferma la Coldiretti provinciale a seguito di un monitoraggio puntuale avviato tra i frutteti del Ravennate. L’eccezionale ondata di maltempo delle ultime settimane, con le precipitazioni di aprile e maggio che hanno già superato in millimetri quelle di un inverno piuttosto caldo e siccitoso, sta provocando gravi danni alle colture. Se per le pere Abate e Kaiser le perdite, quando andrà bene si attesteranno attorno al 70% (40% per le Decana e Williams) e per le ciliegie non protette da teli antipioggia, sia precoci che medie-tardive, siamo pressoché all’azzeramento del raccolto, altissimi rischi stanno correndo le albicocche quanto meno precoci e di media stagione, con i produttori di collina che dopo la mazzata del 2018, quando fu il gelo di marzo a colpire duro, ora si ritrovano con frutti compromessi dall’eccesso di pioggia. Il risultato è un calo atteso del raccolto commerciabile, perché le albicocche ‘spaccate’, in gergo tecnico che presentano manifestazione di cracking e colorazioni anomale, difficilmente possono finire sul mercato e quindi remunerare adeguatamente i coltivatori. “Per i nostri produttori si fa sempre più concreta l’ipotesi di passare dai danni non ancora risarciti legati alle gelate tardive 2018, sui quali è necessaria una incisiva presa di posizione di tutte le Istituzioni locali, alla beffa di questa pazza primavera 2019 – afferma il Presidente Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte – ciò, in pratica, significherebbe due intere annate perse che per un agricoltore sono indubbiamente un duro colpo, tale da compromettere la sopravvivenza stessa dell’azienda”. La scorsa primavera, infatti, il gelo aveva praticamente azzerato la produzione in collina e, malgrado le rassicurazioni della Regione Emilia-Romagna che si era fatta portavoce con il Governo al fine di riconoscere lo stato di calamità utile ad un risarcimento dei danni subiti, ad oggi gli agricoltori sono ancora a bocca asciutta. Quest’anno, nonostante siano attive le coperture assicurative per gli eccessi di pioggia, la situazione che si sta venendo a creare è alquanto preoccupante. Alla luce di perdite così ingenti e improvvise diventa allora necessario dotarsi di sistemi di accesso alle previdenze più consoni e rapidi eliminando inutili passaggi che appesantiscono la gestione d’emergenza. Secondo Coldiretti gli strumenti previsti dal Decreto Legislativo 102/2004, relativo allo stato di calamità già dichiarato dalla Regione, necessitano di un adeguamento per dare in tempi brevi risposte utili a far fronte ai sempre più frequenti danni da eventi estremi che, ad esempio, nella situazione venutasi a creare in questo periodo, dopo un nefasto 2018, potrebbero vedere seriamente compromessa l’attività d’impresa di molte aziende.