Non si placa lo scontro fra opposizione e giunta comunale sul tema della piscina comunale. Il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi
«Quando, a fine settembre 2018, la Giunta De Pascale approvò, dopo lunghissima gestazione, il progetto della società Ar.Co Lavori per la realizzazione di una nuova piscina comunale, la sorte di quella esistente era stata scritta dall’anno prima. Sarebbe stata demolita, per essere ricostruita ex novo con ampliamento degli spazi, un nuovo centro fitness e gestione per 25 anni» riassume Ancisi
In vista del 31 dicembre 2018, data di scadenza del contratto con la società Sportiva, il Comune ha poi deliberato una proroga di sei mesi, sufficiente per dare il via al nuovo progetto e contemporaneamente chiudere la piscina “vecchia” a tempo indeterminato.
«Alla richiesta, avanzata dal sottoscritto» continua Ancisi «di riqualificarla senza abbatterla, ricordando che il gestore avrebbe dovuto restituirla in perfetta efficienza come l’aveva ricevuta, si rispose che “il degrado e la fatiscenza” erano tali da escludere “interventi manutentivi e di ristrutturazione”. L’insurrezione dell’opposizione, delle società e dei cittadini utenti del servizio ha però condotto il sindaco a fare retromarcia totale: si costruirà una seconda piscina a fianco della vecchia, che non sarà più smantellata, ma ristrutturata. Dovendosi rivedere molte cose e allungandosi così i tempi, si sarebbe prorogato ulteriormente l’appalto di gestione scaduto, com’è prassi insana del Comune di Ravenna.
A questo punto, però, il sottoscritto ha notificato al sindaco che il codice degli appalti e ancor prima la legge comunitaria del 2004 ammettono al massimo una sola proroga agli appalti scaduti, ponendogli poi la richiesta/ultimatum, sottoscritta da tutti i consiglieri comunali di opposizione, di chiarire, in attesa che molti altri rebus complicati siano districati, cosa succederà in piscina dopo il 1° luglio senza violare la legge. La risposta – ed è la prima volta che succede in questa città per appalti di tale entità – sta nell’avviso pubblico emesso questo 16 maggio, in base a cui i soggetti interessati a gestire l’attuale piscina per 12 mesi, con possibile (e scontato) rinnovo per altri 12, dovranno comunicare al Comune entro il 31 maggio la propria disponibilità a concorrere alla successiva gara d’appalto, a cui possono partecipare, oltre agli operatori economici, le associazioni o società sportive dilettantesche, gli enti, le associazioni e le federazioni sportive riconosciute dal CONI, le associazioni di volontariato. L’avviso è stato taciuto alla stampa, ragion per cui, essendo stringenti i tempi, faccio un appello affinché chi può essere interessato, lo comunichi al Comune entro venerdì prossimo. Tutti saranno poi invitati alla gara, ritengo immediata. Si spera che la scelta del nuovo provvisorio gestore della piscina comunale non si risolva tra Sportiva ed Ar.Co Lavori. Vinca il migliore, anche se è dura a Ravenna.
Intanto l’affare piscina è stato riportato entro una piccola cornice di legittimità, vedremo se solo di carta. Prevedo che i due anni dell’appalto transitorio ci vorranno tutti. Significa che De Pascale, scadendo il suo mandato a giugno 2021, non inaugurerà trionfante la nuova fiammante piscina che credeva di avere in tasca, tanto meno le due del penultimo contrordine compagni. Segno che, quando c’è un’opposizione che batte, anche il più incallito padrone del vapore si deve un po’ regolare. L’attenzione al seguito ovviamente non cala. C’è tempo per discuterne, a cominciare dal 28 maggio in consiglio comunale, quando il sindaco, chiamato dall’opposizione a dibattere, su una mia relazione, circa il giusto percorso delle future due piscine, dovrà chiarire altre questioni non da poco.
Una di queste trova conferma nel nuovo appalto transitorio, le cui condizioni di gara sono le stesse dei due precedenti appalti che ogni volta, nel giro di vent’anni, hanno malridotto la piscina comunale consegnata in buono stato e piena efficienza. Ecco dunque che il Comune pagherà al nuovo (o vecchio) vincitore di gara non solo la normale gestione dell’impianto, ma anche la rimessa in pristino di tutte le rovine: significa che la cittadinanza dovrà versargli il canone abnorme di mezzo milione di euro l’anno più o meno, lasciandogli il 97% degli incassi e ogni altra entrata, anche pubblicitaria. Tant’è che il valore complessivo dell’appalto è stato quantificato in oltre due milioni per ogni anno (esattamente 2.006.629,98 IVA esclusa).
Non recederò dunque, la dico in breve, dal perseguire allo stremo due obiettivi:
- al termine di questo appalto, la piscina dovrà essere riconsegnata nelle migliori condizioni, affinché l’appalto definitivo costi il giusto alle casse del Comune;
- siccome il vecchio gestore dovrà, all’imminente scadenza definitiva dell’appalto 2004-2018, sottoporsi ad una verifica dello stato dell’impianto e di tutto l’immobile, incalzerò il sindaco affinché i danni risultanti dal verbale siano ripagati da chi ha sbagliato».