Forte partecipazione di pubblico agli incontri organizzati nei comuni dell’Unione, ma i relatori di Hera e gli amministratori si sono limitati a parlare del posizionamento dei cassonetti stradali o poco più
“Data la forte affluenza alle assemblee sulla raccolta rifiuti, molti dei presenti speravano che Hera e le amministrazioni comunali della Bassa Romagna avanzassero nuove proposte per la riduzione della quantità dei rifiuti prodotti attraverso nuove norme e misure tariffarie. C’è infatti ancora da mettere in atto il principio “chi più inquina più paga” secondo quanto prevedono le norme approvate in sede europea e presenti nella legislazione italiana fin dall’inizio del secolo ventunesimo”.
Questo il commento del circolo Legambiente “A. Cederna” dopo aver partecipato ad alcuni degli incontri realizzati in queste settimane nei comuni della Bassa Romagna per spiegare i nuovi sistemi di raccolta.
I rifiuti crescono e la situazione richiede che si affrontino le criticità e i costi del sistema, che ricadono sui cittadini e le imprese. Necessita quindi una partecipazione attiva e puntuale dei cittadini alla gestione, basata sul principio “chi inquina paga”. Per raggiungere gli obiettivi fissati, ridurre l’inquinamento e i costi dei sistemi attuali, appare necessario istituire un rapporto attivo con i cittadini. Si aspettavano quindi proposte per l’adozione di misure nuove e più efficaci sulla riduzione dei rifiuti, il riuso, il riciclaggio.
L’obiettivo prioritario deve essere infatti la riduzione dei rifiuti prodotti, che si potrebbe raggiungere penalizzando l’eccesso di imballaggi, ma anche responsabilizzando le imprese produttrici e distributrici. Tra le misure possibili ci può essere la vendita di bevande in contenitori da restituire su cauzione, come si faceva fino a pochi anni fa. A questo fine si potrebbero prevedere anche sgravi sulla tariffa per gli esercizi commerciali aderenti a questa modalità. La stessa raccolta differenziata dovrebbe essere finalizzata al riciclaggio tramite “conferimento premiato nelle isole ecologiche” e contestualmente estendere, ovunque possibile, la raccolta “porta a porta” in modo da giungere al superamento dei cassonetti stradali e contrastare così efficacemente gli “abusi” quotidiani che si verificano ovunque.
“C’era chi, come noi – sottolinea Legambiente – si aspettava una maggiore responsabilizzazione dei cittadini con l’attribuzione di spazi e poteri di controllo come l’istituzione di una consulta popolare a livello comunale e/o dell’Unione, con il compito di esaminare, preventivamente alla loro adozione, le proposte organizzative e tariffarie da deliberare da parte delle istituzioni. Si sarebbe così potuta avere una informazione più trasparente sulle decisioni inerenti l’organizzazione e le tariffe dei servizi”.
Ci si aspettava che si potesse aprire una nuova fase nella gestione della raccolti rifiuti con la possibilità di raggiungere nuovi risultati, sulla qualità e quantità di materiali prodotti e raccolti, secondo i principi dell’economia circolare, ma al posto degli impegni le solite “prediche” ai cittadini, richiamati alla correttezza. Per avere avere tariffe in base del principio “chi inquina di più, paga di più” si rinvia alla prossima volta.