Le colonnine vanno ad aggiungersi alle 30 già presenti nel territorio ravennate. Siglato con Eni un accordo per trasformare l’olio vegetale in biocarburante per i mezzi Hera della raccolta rifiuti.
Sono state appena installate nel territorio comunale di Ravenna 15 nuove colonnine stradali per la raccolta dell’olio alimentare esausto, che vanno ad aggiungersi alle 30 già presenti.
L’iniziativa fa parte del progetto di potenziamento della raccolta stradale degli oli alimentari, portato avanti da Hera per incrementare ulteriormente la raccolta degli oli vegetali e renderla sempre più comoda per i cittadini, in collaborazione con le amministrazioni locali e il partner Adriatica Oli.
Dove si trovano le 15 nuove colonnine
Le 15 nuove colonnine di Ravenna sono state collocate vicino alle isole ecologiche di base di Largo Firenze a Ravenna città, via Lago di Vico di Borgo Montone (vicino al bar); via Borghi 22 a Mezzano (vicino al supermercato), via Guerrini a S. Alberto (all’interno dell’area del supermercato), via Orioli a Fornace Zarattini (attiguo alla banca), Piazza Gabrielli a Ghibullo, Piazzale De Angelis a Coccolia, via Cella di Fronte 508 a S. Stefano; Piazza S. Bartolo a S. Bartolo; Piazza Pratolini a S.Pietro in Campiano. Inoltre sono state collocate due colonnine vicino alla scuola di via S. Babini 119 a Roncalceci e di fronte al Parco in via Garzanti a San Pietro in Trento (al civico 47/49).
Sulla costa sono stati installate tre colonnine, vicino alle isole ecologiche di base di Piazza Ricci a Lido di Classe, di Piazza Forlimpopoli a Lido di Savio e di Piazza dei Cigni a Marina Romea.
Per conoscere l’elenco aggiornato visita il sito: www.ilrifiutologo.it/oliRA.
Un servizio sempre più capillare che, incentivando il corretto recupero, mira anche a scongiurare comportamenti, come lo sversamento degli oli nel lavandino, dannosi per le tubazioni domestiche e gli impianti di depurazione delle acque.
Nel Comune di Ravenna sono ora perfettamente funzionanti 45 colonnine, 8 in quello di Cervia e 3 a Russi. Nei Comuni della Bassa Romagna sono invece a disposizione dei cittadini 27 colonnine. Quindi ora la raccolta stradale degli oli alimentari è a disposizione in tutti i Comuni.
Come raccogliere gli oli alimentari
I contenitori stradali collocati sono di nuova tipologia, rispetto ai precedenti, hanno una capacità di 240 litri e consentono di raccogliere agevolmente l’olio da recuperare aprendo uno sportellino. Infatti, l’olio non va versato direttamente ma deve essere conferito all’interno di normali bottiglie o flaconi in plastica, purché non abbiano un diametro superiore ai 18 cm, chiusi con il loro tappo. L’olio alimentare esausto può essere sempre conferito anche presso le stazioni ecologiche (centri di raccolta) di Hera.
Un rifiuto altamente inquinante che diventa una risorsa
Lo scarto dei comuni oli vegetali da cucina (oli da frittura o utilizzati per conservare gli alimenti nei vasetti), di cui ne produciamo circa 5 kg all’anno, costituisce un rifiuto con potere altamente inquinante, in particolare se smaltito attraverso gli scarichi domestici e la rete fognaria. 1 Kg. di olio vegetale esausto può distribuirsi fino a ricoprire una superficie di 1000 mq, inoltre la depurazione delle acque inquinate da olio richiede costi energetici di trattamento fino a 3kWh per ogni Kg di olio impropriamente smaltito, oltre ai costi medi per la manutenzione degli impianti di depurazione
Hera, una volta raccolti gli oli alimentari esausti, li avvia a recupero prevalentemente per la produzione di energia in impianti di cogenerazione oppure per la produzione di biodiesel.
L’accordo fra Eni e Hera per trasformare l’olio in green diesel (economia circolare)
Recentemente Hera ha siglato una partnership con Eni finalizzata a trasformare l’olio vegetale esausto in biocarburante per alimentare i mezzi aziendali della raccolta rifiuti urbani. L’accordo prevede che gli oli vegetali esausti di uso domestico recuperati da Hera attraverso circa 400 contenitori stradali e in circa 120 centri di raccolta, saranno inviati alla bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera (primo esempio al mondo di conversione di una raffineria di petrolio in bioraffineria), che lo trasformerà in green diesel, prodotto completamente rinnovabile che costituisce il 15% dell’Enidiesel+.