I DANNI ALLE IMPRESE – Martedì prossimo, il Consiglio comunale discuterà la deliberazione presentata dalla Giunta De Pascale di introdurre sgravi fiscali per le imprese danneggiate dalla chiusura della Ravegnana a causa dei lavori conseguenti al crollo della Chiusa di San Bartolo, consistenti nell’esenzione dal pagamento della Tari, dell’imposta sulla pubblicità e della tassa per l’occupazione di aree pubbliche. Un primo grave limite di questa proposta è che si applicherebbe soltanto agli esercizi (escluse peraltro le imprese agricole) “ubicati nell’area preclusa al traffico”, cioè nei soli cinque chilometri della statale Ravegnana tra la rotatoria con la statale Adriatica e l’incrocio con la provinciale Godo-San Marco, che precede Longana. Allo scopo ho presentato un emendamento, che sostituisce la dizione di cui sopra, nel senso che di tali esenzioni fiscali beneficerebbero gli esercizi “ubicati nell’area economicamente danneggiata”: cioè tutta la statale Ravegnana, fino a Coccolia compresa, e le sue fasce laterali parimenti danneggiate, comprese nelle aree territoriali di Roncalceci, San Pietro in Vincoli e Ravenna Sud. Non si può però, tacere che, mentre gli esercizi attivi nelle aree fiancheggianti la statale Ravegnana sono poco o niente interessati dall’imposta sulla pubblicità e dalla tassa per l’occupazione di aree pubbliche, il vero piccolo beneficio concesso che ha un po’ di senso, l’esenzione dalla TARI, ricade per legge a carico della massa degli altri cittadini contribuenti della tassa rifiuti medesima, per cui la Giunta De Pascale si farebbe bella coi soldi di tutti.
I DANNI AI CITTADINI – Ma il difetto più grave è che la Giunta medesima non si preoccupa dei danni economici, materiali e sociali che la lunga chiusura della Ravegnana ha prodotto e produce a tempo indeterminato anche ai cittadini residenti od operativi nell’ampia zona del forese ai suoi lati, costretti a percorrere, con spreco di tempo e di risorse, strade alternative allucinanti e perigliose. Lista per Ravenna aveva già predisposto un ordine del giorno che recuperava questa grave lacuna, già discusso nel Consiglio territoriale di San Pietro in Vincoli il 6 marzo scorso, ma bocciato dalla maggioranza. Lo stesso documento è stato dibattuto l’8 marzo nella commissione Bilancio del consiglio comunale, in previsione della seduta di martedì prossimo. Dalle opinioni espresse dai vari gruppi politici in questa sede, ho preso spunto per riformare la mia proposta in modo totalmente alternativo all’impostazione della Giunta, oltreché perfettamente in regola con ogni legge. Se martedì sarà approvata, il provvedimento dovrà dunque uniformarsi ai seguenti indirizzi, espressi nel mio ordine del giorno:
- i benefici devono essere applicati a tutte le imprese attive nelle aree frazionali di San Pietro in Vincoli, Roncalceci e Ravenna Sud (San Marco e San Bartolo, in particolare) danneggiate dalla chiusura della statale Ravegnana, nonché ai cittadini residenti o attivi in tali aree frazionali, i cui danni siano conseguenti ad esigenze lavorative o familiari opportunamente attestate;
- la Giunta dovrà stabilire dei parametri oggettivi per definire la somma da corrispondere, sotto forma di libero contributo, alle imprese e ai cittadini che ne facciano richiesta (contributo per esempio pari alla TARI e/o alla maggiorazione IRPEF versate al Comune per il 2018; o comunque ad altri parametri non riferibili a versamenti tributari);
- la Giunta dovrà dunque proporre al Consiglio una congrua variazione alla spesa corrente del bilancio di previsione 2019 (pari a quasi 200 milioni di euro), al fine di dare copertura al provvedimento stesso nella misura indicativamente pari a 200/300 mila euro;
- indi sarà emesso un avviso pubblico per promuovere le richieste di usufruire di detto beneficio, adeguatamente documentate o attestate in conformità ai requisiti di partecipazione opportunamente fissati.
Questo significa fare (se ci si crede) le cose sul serio, non già solo la mossa.
Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna)