Si è conclusa questa mattina, nel Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea di Faenza, una due giorni di attività seminariale sul tema “Il ruolo delle donne nei due conflitti mondiali del Novecento e della Resistenza”, curata dalla ricercatrice Laura Orlandini, afferente all’Istituto Storico per la Resistenza di Ravenna.

Dopo una breve visita agli spazi museali di Palazzo Laderchi, grazie alla collaborazione dei volontari degli Amici del museo e dello studioso locale Aldo Ghetti, tutte le classi Quinte dell’Istituto Tecnico ‘Oriani’ di Faenza hanno avuto modo di apprezzare la raccolta di cimeli e documenti che riguardano personaggi ed eventi storici di Faenza e dintorni a partire dal 1790, data dell’arrivo delle truppe napoleoniche a Faenza, fino al 1945, conclusione della Seconda Guerra Mondiale. Non sono mancati riferimenti alle lettere e ai ritratti dei grandi protagonisti risorgimentali nazionali come Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II e alla documentazione relativa alle guerre coloniali italiane e alla Prima Guerra Mondiale.

La mattinata è stata occasione di riflessione sul ruolo delle donne nei due conflitti mondiali e negli ultimi lembi della Resistenza, quando le donne hanno dato un contributo importante alla Storia d’Italia quali partigiane e patriote oltre che preziose ‘madri costituenti’.

Le due guerre mondiali del Novecento hanno posto l’umanità di fronte a una dimensione tragica mai sperimentata in così vaste proporzioni. Il conflitto, fattosi moderno nei metodi e nei mezzi, assume potenzialità distruttive senza precedenti, pur manifestandosi ancora nella dinamica dello scontro tra eserciti nazionali. Mentre tutti gli uomini che hanno raggiunto la maggiore età sono costretti a rispondere alla chiamata e a partire per i fronti di guerra, le donne si trovano ad essere le uniche protagoniste della vita civile. Costrette a sopravvivere, a procurare da sole il sostentamento per la famiglia, devono confrontarsi quotidianamente con il lutto, la penuria alimentare, la distruzione delle città. Interrogarsi sul ruolo delle donne significa osservare e raccontare l’altro volto della guerra, quello della vita civile obbligata a mettere in salvo se stessa di fronte alla tragedia. La guerra arriva infatti dentro ogni casa, e in ogni casa si costruiscono le possibilità di risposta. Ancor più evidente durante la seconda guerra mondiale, quando l’Italia divenne, dopo l’armistizio dell’8 settembre, territorio di una vera e propria guerra civile, e molte donne decisero di allearsi per prendere in mano il proprio destino.

Il contributo della Orlandini nasce nell’ambito di un progetto d’Istituto dedicato alla Storia del Novecento, cui tutto il Dipartimento di Lettere ha contribuito a costruire in stretta collaborazione con l’Istituto Storico per la Resistenza di Ravenna.

La narrazione fluida della ricercatrice ha consentito ai giovani faentini di seguire con interesse e ritmo, grazie anche a un ricco corredo di materiali iconografici d’archivio, le vicende storiche del recente passato, nella speranza di aver saldato le fondamenta di un ponte generazionale tra i protagonisti di ieri e le donne e gli uomini di domani.