Nell’ambito del progetto Mater Ceramica si è tenuta a Roma una conferenza per presentare due ricerche sul settore della ceramica artistica e artigianale

 

All’interno del progetto Mater Ceramica, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e coordinato da Confindustria Ceramica – in collaborazione con l’Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC), il Centro Ceramico di Bologna ed il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza (MIC) – AiCC ha curato la realizzazione di due importanti studi sul settore della ceramica artistica e artigianale italiana, i cui risultati sono stati presentati in un convegno lo scorso venerdì 14 dicembre a Roma, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica in Palazzo Giustiniani. 

La prima ricerca, curata da AiCC e affidata ad ARTEX Firenze (Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana), dal titolo “La produzione ceramica in Italia: struttura del settore artistico e artigianale per gli anni 2012-2016”, rappresenta l’ideale continuazione di un analogo studio condotto nel 2009. La ricerca definisce la mappatura della produzione ceramica artistica e artigianale in Italia dal 2012 al 2016, analizzando struttura produttiva e occupazionale del settore, i principali risultati economici delle imprese e i processi di commercializzazione dei prodotti ceramici.   

Attraverso una curata e completa raccolta ed analisi di dati (numero e distribuzione di imprese ed addetti, fatturato e volumi d’affari, caratteristiche della lavorazione, ecc.) lo studio fornisce un inquadramento economico del settore ceramico artistico ed artigianale, nel periodo considerato, con numerose chiavi di lettura per comprendere meglio lo scenario in cui le imprese artigianali stanno operando.

La ricerca si è occupata della mappatura della produzione ceramica artistica e artigianale in Italia dal 2012 al 2016 attraverso l’analisi dei dati forniti dall’Agenzie delle Entrate, che nel 2016 ha espanso il comparto della ceramica anche a tutti i produttori industriali che lavorano l’argilla per uso tecnico, industriale e sanitario. In particolare sono stati analizzati: la struttura produttiva e occupazionale di settore, i principali risultati economici delle imprese e dei processi di commercializzazione dei prodotti ceramici.

Dall’analisi è emerso che al 2016 si registrano 2034 imprese in Italia che si occupano di ceramica artistica e artigianale – rimangono comunque in flessione negativa rispetto al 2015 (-8.68%), mentre il numero degli addetti, in prevalenza lavoratori dipendenti, è aumentato passando da 6044 a 7574 occupati. Anche il fatturato medio ha subito un incremento. Nel 2016 è salito a 362.671 euro con un fatturato per addetto pari a 97.492 euro. Nel complesso il settore ha prodotto un volume d’affari pari a quasi 700 milioni di euro, dove il 69% è rappresentato da prodotti finiti per usi ornamentali e domestici.

 “La ricerca porta a fare due riflessioni – ha commentato Elisa Guidi di Artex che ha condotto la ricerca – da una parte è certo che rispetto al 2006 il settore ha avuto una contrazione considerevole, circa il 29% di ridimensionamento. Questo per la crisi che comunque era già in atto nel 2006, dall’altra parte però il fatturato è aumentato. Significa che le aziende che hanno saputo rinnovarsi e hanno resistito alla crisi sono passate ad una classe di fatturato più alto. Questo grazie all’allargamento al livello internazionale del loro mercato di riferimento e anche alla produzione e commercializzazione in conto proprio. Le aziende che abbiamo analizzato sono infatti di piccole e medie dimensioni e producono oggetti d’uso in piccole produzioni ed hanno in media 3.2 addetti”.   

 

Il secondo studio, curato sempre da AiCC, è uno studio di marketing strategico dal titolo “Città e botteghe della ceramica artistica e artigianale in Italia: analisi del rapporto con il mercato e con la domanda e ipotesi per il rilancio”. Lo studio è stato affidato al centro TeDIS della Venice International University, guidato da Stefano Micelli (Università Ca’ Foscari), Luca De Pietro (Università di Padova) e Selena Brocca (ricercatrice junior Università Ca’ Foscari), affiancati da Giuseppe Olmeti (Coordinatore AiCC). 

Lo studio propone l’analisi e le valutazioni di un percorso di ricerca intrapreso fra aprile e luglio attraverso la realizzazione di sette “focus group”, con l’obiettivo di analizzare e mettere a fuoco i punti di forza dei principali poli della ceramica artistica in Italia e conseguentemente costruire un quadro strategico per identificare nuove opportunità di promozione commerciale delle imprese del settore a scala internazionale.

I focus group sono stati realizzati nelle principali “Città della Ceramica” socie di AiCC: Caltagirone, Deruta, Faenza, Grottaglie, Montelupo Fiorentino, Nove/Bassano del Grappa e Vietri sul Mare, coinvolgendo imprese, istituzioni pubbliche e associazioni di categoria a cui è stato chiesto di contribuire alla definizione di un set di strategie innovative per competere in un nuovo contesto internazionale e di esplicitare gli elementi distintivi attuali e futuri dei diversi poli urbani per sviluppare strategie di “go to market”. 

 Dalla ricerca sono emerse importanti indicazioni sulle tipologie di azioni che possono essere potenziate e percorse per una migliore presenza commerciale, in Italia e all’estero, delle imprese italiane della ceramica artistica e artigianale.

Le linee di azione per il rilancio del settore devono passare da tre ambiti: il rinnovo del “prodotto” attraverso il mondo del design, il “presidio digitale” per ottimizzare le opportunità offerte dal commercio elettronico e dai portali dedicati a prodotti con forte connotazione artigianale e infine il “marketing territoriale” che ogni città della ceramica dovrebbe intraprendere per incentivare turismo, fondi e relazioni internazionali.

 “La sfida della ceramica, come del resto di tutto il made in Italy – ha commentato Stefano Micelli dell’Università di Ca’ Foscari – è quello di sapere mettere in produzione delle piccole serie che hanno radici nella tradizione di un territorio, ma che si rivolgono ad un pubblico di nicchia che sta tra Londra, Parigi e New York. Per raggiungere questo mercato è importantissimo sapere comunicare e sapere costruire una storia e un’esperienza intorno al proprio prodotto anche con l’ausilio delle tecnologie digitali. Il marketing territoriale è invece un tema più politico dove la scuola e la formazione hanno un ruolo chiave per l’innovazione della ceramica artistica e per la formazione di esperti della comunicazione”.

“Le ricerche fanno parte del progetto Mater Ceramica finanziato dal MISE secondo le finalità della legge 188 del 1990 – ha aggiunto il senatore Stefano Collina, presidente del gruppo europeo città della ceramica AEuCC – Il progetto mette insieme per la prima volta in una visione comune industria e artigianato della ceramica che sono patrimonio della nostra comunità. Quindi, in una sorta di federalismo della ceramica, sono stati messi insieme tutti gli attori: AiCC in rappresentanza di tutte le città della ceramica italiane, Confindustria Ceramica, Il Centro Ceramico di Bologna e il MIC di Faenza, per individuare delle chiavi di sviluppo di tutta la filiera della ceramica”.

 

“Mater Ceramica è un progetto importante, del quale iniziamo a vedere i primi risultati “concreti” – ha concluso Massimo Isola, direttore AiCC – Nello scenario contemporaneo, in continua evoluzione, questi studi sono per noi materiale prezioso su cui riflettere e programmare al meglio la nostra attività come Associazione Italiana Città della Ceramica, affiancando produttori, artisti e musei della ceramica, valorizzando il patrimonio ceramico, materiale e immateriale, delle nostre città, stimolando l’apertura internazionale degli artigiani, il dialogo tra arte e artigianato, promuovendo la contaminazione tra stili e saperi”.